
I Jets e gli Shark al Castello
Milano, 27 settembre 2016 - Ci sono storie che non si smetterebbe mai di raccontare e di ascoltare, e una storia come quella di “Romeo e Gulietta” per esempio, funziona sempre, comunque e dovunque la si rimetta in scena. “West Side Story”, pluripremiato con vari Grammy, Tony, Golden Globe e ben dieci Oscar, è la versione americana multietnica proprio della tragedia shakespeariana di passione e di morte che, da quando ha visto i primi successi in palcoscenico 59 anni fa e poi nella versione cinematografica del 1961, giunta da noi l’anno seguente, protagonista una romantica Natalie Wood, torna sempre a entusiasmare ogni pubblico con le magnifiche danze dalla dinamica irresistibile e le felicissime canzoni: da “Maria” ad “America”, da “I feel pretty” a “Tonight”.
Milano ospita adesso - da questa sera fino al 9 ottobre - al Teatro Manzoni un nuovo “West Side Story” a cura di Wizard Productions e di SDM, Scuola di Musical. E Tony e Maria, che appartengono a due bande rivali, i Jets, bianchi, e gli Sharks, portoricani, stavolta si odiano e si amano in italiano. La musica è sempre quella geniale di Leonard Bernstein, i testi sono dei leggendari autori di Broadway Stephen Sondheim e Arthur Laurents, e le coreografie sono quelle originali, colorite di tocchi jazzistici a opera di Jerome Robbins, condirettore del New York City Ballet, riprodotte da Gail Richardson.
Il regista di questa ripresa di “West Side Story” è Federico Bellone, a cui già si devono commedie musicali come “A qualcuno piace caldo”, “Newsies” di Disney, “Dirty Dancing”, “Bodyguard” tradotte nella nostra lingua. Il gusto dell’allestimento anni Cinquanta è portato all’essenziale, per fare spazio al sentimento più forte che aleggia in palcoscenico sotto il fuoco di luci prevalentemente rosse - di Valerio Tiberi -: il colore della paura, secondo la lettura di Bellone, che guarda ai drammi dell’immigrazione dei nostri giorni.
«Perché è la paura - spiega il regista - la chiave dello spettacolo: Tony, Romeo, teme che Maria, la sua Giulietta, possa non perdonargli l’omicidio, quasi incidentale, del fratello; Maria teme l’impossibilità di vivere la sua storia d’amore; le bande si temono reciprocamente perché ignorano quali possano essere le conseguenze di un’immigrazione o la possibile mancanza di accettazione in una terra straniera; infine gli adulti temono il precipitare degli eventi verso uno stato di caos e vivono quasi impotenti la situazione».
E gli amori contrastati fanno di certo parte di un quadro di incontri e scontri culturali che sempre più inquieta famiglie, clan, tribù. Le tipiche scale antincendio di New York - scenografie di Cristiano Colombo -, che dominano sullo sfondo, sono ovviamente lo specchio del famoso balcone veronese di Gulietta. La direzione musicale è di Elisa Dal Corso; le videoproiezioni sono di Matteo Luchinovic. Gli interpreti principali sono Eleonora Facchini-Maria, vista anche in “Fame” e “Cercasi Violetta”, e Luca Giacomelli Ferrarini-Tony, cantante - figlio del soprano Alida Ferrarini -, attore, ballerino, nato in terra veronese, che può vantare molte migliaia di fan in rete.
“West Side Story”, Teatro Manzoni, via Manzoni 42, tel 02/7636901; biglietti da 49 a 59 € su http://www.ticketone.it/west-side-story-manzoni