Coronavirus, la Lombardia si prepara al coprifuoco: "Ma per Milano non basta"

Da giovedì stop ad attività e spostamenti dalle 23 alle 5 , torna l'autocertificazione. Pressing Cts: "Serve ulteriore stretta"

Coprifuoco a Milano

Coprifuoco a Milano

Milano, 21 ottobre 2020 - E' la provincia di Milano il nuovo fronte della guerra a Covid-19 in Lombardia. Anche ieri numeri pesanti nella regione più colpita dalla diffusione del virus: in 24 ore si sono registrati 2.023 nuovi casi, con 21.726 tamponi effettuati e una percentuale positivi/tamponi pari al 9,3% (in calo rispetto al giorno precedente). Nella Città Metropolitana oltre la metà dei nuovi contagi: 1.054, di cui 515 in città. A preoccupare è la vertiginosa crescita dei ricoveri: ieri +10 in terapia intesiva ( in totale 123) e negli altri reparti +132 (complessivamente 1.268).  In mattinata è stata firmata l'ordinanza della Regione, che ha sancito ufficialmente l'inizio del corpifuoco previsto in tutto il territorio lombardo dalle 23 alle 5, con l'obiettivo di frenare la corsa di Covid. (Ecco cosa cambia)

Coprifuoco da giovedì 

In tutta la Lombardia da domani, giovedì 22 ottobre, dalle 23 alle 5 del mattino successivo ci si potrà spostare solo per "comprovate esigenze lavorative" situazioni di necessità e urgenza e motivi di salute. Ed è in ogni caso permesso il rientro a casa. Sarà necessaria una autocertificazione e le sanzioni sono quelle previste dal decreto dello scorso 25 marzo sull'emergenza Coronavirus.

La proiezione choc e il timore che misura non basti

La decisione del coprifuoco è stata presa dopo aver esaminato le proiezioni sui contagi che a fine mese, se non cambierà il trend, potrebbero portare fino a quattromila ricoveri nei normali reparti e a circa 600 in terapia intensiva.  Un provvedimento ritenuto importante perché capace di dare alla popolazione la percezione della reale portata dell'emergenza di questi giorni ma considerato da parte del Cts regionale probabilmente ancora insufficiente per la sua forza anti-contagio, soprattutto in un'area travolta da Covid, come quella Milanese. Non usa mezzi termini l'infettivologo del Sacco Massimo Galli: ''La situazione è esplosiva''. Secondo il professore occorre ''intervenire presto, per evitare il punto di non ritorno''. 

Ricciardi: situazione fuori controllo, servono scelte coraggiose

Per Walter Ricciardi, professore di Igiene generale e applicata e consigliere del Ministro della Salute Roberto Speranza, "Milano, Napoli, probabilmente Roma sono già fuori controllo sul piano del contenimento dell'epidemia, cioè test e tracciamento. Quando non riesci a contenere devi mitigare, ossia devi bloccare la mobilità". "Le decisioni prese - ha aggiunto Ricciardi - peraltro in un contesto confuso di competenze diverse tra Stato e Regioni", rischiano di non riuscire a bloccare "il dilagare del virus, che non conosce confini. Dobbiamo resettarci per prendere le decisioni giuste al momento giusto e non quando 'troppo tardi. E' chiaro che se si decide quando ci sono le bare è facile, la gente sarà spaventata, ma sono decisioni che vanno prese due, tre, quattro settimane prima. La politica sia coraggiosa, se non hai sicurezza e salute non puoi avere una buona economia". 

Fontana: riapre ospedale in Fiera

Proprio per far fronte all'incremento di ricoveri, come annunciato negli scorsi giorni, il governatore Attilio Fontana ha deciso di riaprire l'ospedale in Fiera al Portello e quello di Bergamo, allestito dagli Alpini:"Le strutture sanitarie temporanee allestite nei padiglioni della Fiera di Milano e di Bergamo riaprono nei prossimi giorni e garantiranno al sistema lombardo i primi 201 posti letto aggiuntivi di cure intensive, che saranno gradualmente occupati". ù

Pesenti: 1.400 posti di terapia intensiva

Un aumento dei contagi che sta avendo profonde ripercussioni sulla prima linea dell'emergenza sanitaria, gli ospedali. Antonio Pesenti, direttore della rianimazione del Policlinico di Milano e coordinatore dell'Unità di Crisi per le terapie intensive della Regione Lombardia ha rassicurato: "Abbiamo una grande riserva di posti. Penso che noi in Lombardia possiamo arrivare a 1.400 posti di terapia intensiva". Numeri che però metterebbero in ginocchio tutto il sistema ospedaliero della regione: "Sarebbe una scelta molto difficile, emergenziale, dedicarli tutti al Covid come abbiamo fatto a marzo. Per fare questo bisogna bloccare tutta l'attività degli ospedali. Come sappiamo ci sono anche altri malati". 

Sala: coprifuoco non è follia

Oggi il sindaco Giuseppe Sala è tornato sul tema del coprifuoco "Questa idea di chiudere la sera - ha aggiunto Sala - non è una follia nata in Lombardia. Oggi, Parigi è in lockdown dalle 21 alle 6 per un mese. Sono stato a Londra tre settimane fa e alle 22 i ristoranti chiudono. In Scozia e in Irlanda pub e ristoranti sono chiusi per dieci giorni. A Barcellona gli esercizi commerciali sono chiusi per 15 giorni. In sostanza, le grandi città hanno oggi questo tipo di rischio". Per quanto riguarda la diffusione del contagio Sala ha spiegato: "In questo momento c'è un'impennata di ricoveri in Lombardia, fatta eccezione per tre province: Bergamo, Brescia e Cremona. Perché? Perche' c'è una sorta di immunità. Ma che prezzo hanno pagato? Nella mia testa, Milano non può pagare questo prezzo e Milano, per le sue dimensioni avrebbe un problema enorme".