Erba (Como), 24 giugno 2020 - Ha vissuto gli ultimi dodici mesi sulle montagne russe l’economia lariana travolta dal coronavirus che a Como e Lecco ha colpito pesante, anche più che altrove dal momento che a finire k.o è stato il turismo. Pensare che il 2019 era stato un anno da incorniciare, come ha ricordato ieri a Lariofiere il presidente di Camera di Commercio Como-Lecco, Marco Galiberti, commentando i dati della XVIII Giornata dell’Economia Lariana.
"Arrivavamo da un anno molto positivo, il saldo della bilancia commerciale nel 2019 ha chiuso con 4,6 miliardi di euro, un aumento del 2,8% contro il -6,6% registrato a livello regionale – ha sottolineato Galiberti nella sua relazione – La disoccupazione era in calo sia Como (dal 7,3% del 2018 al 6,4%) sia a Lecco (dal 5,6% al 5,3%) e la creazione di nuovi posti di lavoro nell’area lariana aveva ridotto la mobilità lavorativa. I fallimenti erano calati di un terzo e i protesti del 3,8%, solo la cassa integrazione era aumentata di un quarto, ma rimaneva comunque su valori molto inferiori rispetto agli anni della crisi. Poi c’era il turismo a volare come non mai: +11% di arrivi e presenze (+10% a Como e addirittura +20% a Lecco), con i turisti stranieri in crescita a doppia cifra (+14%). Ci preparavamo a vivere un altro anno molto positivo e invece ci ha travolto la tempesta coronavirus".
Uno tsunami che ha fatto precipitare tutti gli indici. "Il lockdown ha comportato un forte rallentamento dell’economia già nel 1° trimestre 2020 e purtroppo ci attendiamo dati molto negativi anche nel secondo – ha continuato il presidente della Camera di Commercio - Produzione, ordini e fatturato dell’industria comasca registrano riduzioni intorno ai 10 punti percentuali. A va un po’ meglio, il calo della produzione è del 4%, mentre ordini e fatturato scendono di 5 punti percentuali. L’artigianato ha segnato perdite tra -9% e -11%. In diminuzione il valore aggiunto di commercio (Como -8%, Lecco -5,5%) e servizi (rispettivamente -7% e -15%). Per ora sembra tenere l’occupazione, ma è esplosa la cassa integrazione in deroga, nei prossimi mesi le mancate assunzioni e rinnovi di contratti si faranno sentire". Uno choc ancora più violento rispetto alla crisi del 2008 perché il coronavirus ha colpito in maniera asimmetrica, fermando interi settori come il turismo e lasciandone indenni altri che in alcuni casi hanno addirittura visto un boom, come il comparto farmaceutico.