Truffa aggravata ai danni dello Stato, per aver utilizzato il bollettario del Servizio Sanitario Nazionale per prescrivere farmaci, nonostante la revoca dall’incarico di "medico di assistenza primaria" da parte di Ats Insubria, ma anche "falsità ideologica in certificati commessa da esercenti un servizio di pubblica necessità". Sono le ipotesi di reato per le quali è stata denunciata Maria Colavita, medico di 57 anni domiciliata a Maslianico, destinataria di una perquisizione dei carabinieri di Cernobbio. Sollevata dall’incarico in quanto priva di uno studio professionale nel quale esercitare l’attività convenzionata con la sanità pubblica, avrebbe più volte comunicato l’avvio di altri ambulatori a Cernobbio e Maslianico, risultati in realtà semplici appartamenti presi in locazione. Nonostante la richiesta di restituire i ricettari, avrebbe continuato a rilasciare prescrizioni mediche pubbliche, utilizzando il suo codice regionale di convenzione, quando avrebbe invece potuto esercitare solo privatamente. Durante la perquisizione, disposta dal sostituto procuratore di Como Mariano Fadda, sono stati trovati due dei venti blocchetti ricettari che le erano stati rilasciati da Regione Lombardia, non restituiti e utilizzati in data successiva alla decadenza della convenzione. Un ritrovamento che il medico avrebbe giustificato come dimenticanza. Pa.Pi.
CronacaTruffa allo Stato e falso, una dottoressa finisce nei guai