
Prosegue molto a rilento l’esame delle domande di emersione e regolamentazione dei rapporti di lavoro domestico da parte degli uffici della Prefettura. "A fronte di 1826 domande presentate per l’emersione del lavoro domestico e di 115 domande per lavoro subordinato, le convocazioni operate dalla Prefettura di Como sono state solo 130 nel primo caso e 6 nel secondo – spiega Matteo Mandressi della Cgil di Como - In sintesi, a sei mesi dalla fine della finestra di regolarizzazione, solo il 7% delle domande presentate sono state oggetto di convocazione. Ciò rende di fatto inesigibile un diritto alla regolarizzazione statuito dalla normativa nazionale. Le conseguenze di tali ritardi sono gravissime e impattano pesantemente sulla vita di quasi duemila persone che, nella provincia di Como, vengono costrette all’incertezza ed alla precarietà. Dal territorio deve partire una immediata richiesta di integrazione degli organici pubblici, che permetta di processare nel più breve tempo possibile le numerosissime richieste ancora inevase". Di questo passo rischiano di essere annullati gli effetti del Decreto Rilancio, che prevedeva la possibilità di regolarizzare i rapporti di lavoro nell’impiego domestico e nell’agricoltura e zootecnia, oltre a prefigurare la concessione di un permesso di soggiorno temporaneo in specifici casi.