Alex, 23 anni, senzatetto proprietario di 207 auto a Como: "Ma è soltanto un prestanome"

La Procura chiude le indagini su un cittadino romeno accusato di falso. Nei guai anche un comasco di 46 anni

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Como - Un parco auto sterminato, che comprende ogni modello, e che fa capo a un unico proprietario. Ma che in realtà esiste solamente sulla carta. Perché quell’uomo è un semplice prestanome, che prende soldi o che rimedia altri vantaggi, per farsi intestare decine e decine di veicoli che lui nemmeno vede.

Automobili che spesso vengono utilizzate per commettere crimini o che comunque servono a favorire i reali proprietari che, per vari motivi, non vogliono o non possono essere riconducibili a quei veicoli: per esempio pregiudicati o persone con patente sospesa o revocata, o soggetti che vogliono evitare la riconducibilità di beni in caso di eventuali aggressioni patrimoniali o pignoramenti.

Il sostituto procuratore di Como, Antonia Pavan, in questi ultimi giorni ha notificato due diversi provvedimenti di conclusione delle indagini per fatti analoghi.

Il primo dei provvedimenti è stato notificato a carico di Alex Carol Vinteler, un romeno di 23 anni, senza fissa dimora e risultato irreperibile.

Dal marzo del 2019 gli sono state intestate 207 auto: è ora accusato di falso, per aver ripetutamente indotto in errore i funzionari del Pra, il Pubblico Registro Automobilistico, dichiarando di essere il proprietario delle vetture, e simulando tutte le relative attività di compravendita delle auto che erano in realtà nella disponibilità di altri.

E che, in caso di verifiche delle forze di polizia, inseguimenti, utilizzo per commettere reati, portavano le indagini in un vicolo cieco, perché intestate a una persona che di quel veicolo non sapeva, e non aveva mai saputo, assolutamente nulla.

Il secondo avviso, di conclusione delle indagini, è stato notificato a Ezio Carnazzola, 46 anni di Como, a cui invece vengono contestate le intestazioni fittizie di 75 auto, a partire dall’agosto 2016.

Carnazzola è accusato non soltanto di falso, ma anche di truffa all’Erario e alla Regione, per aver aperto una partita Iva e simulato una attività di commercio auto che in realtà era inesistente. Una operazione da cui sarebbero derivati vantaggi economici, come ad esempio l’esenzione dell’imposta sul passaggio di proprietà e il dimezzamento dei relativi bolli, ma anche l’esenzione dal pagamento del bollo annuale.