REDAZIONE COMO

Passa il Giro di Lombardia E sulle strade è festa

Tanti appassionati sulla salita del Ghisallo per abbracciare i ciclisti. Pubblico delle grandi occasioni anche per salutare “Lo Squalo“ Nibali

Il Giro di Lombardia è stato una festa del ciclismo. Come sempre. Una delle classiche monumento, quelle che rappresentano la storia del ciclismo, ha visto ieri a Como, sede d’arrivo, la folla delle grandi occasioni e sul percorso tanta, tantissima, gente pronta ad incitare i big della specialità impegnati a vincere la Classica delle foglie morte. Fin dalle prime ore della mattinata la città comasca è stata pian piano invasa da un esercito di appassionati che non sono voluti mancare a questo classico appuntamento autunnale. Emblematico lo spettacolo sul Ghisallo e sulle salite finali, quelle che portano a S. Fermo della Battaglia per intenderci e quella di Civiglio. Sul Ghisallo poi c’è stato il solito pellegrinaggio al Santuario e al vicino museo del ciclismo dove ci sono cimeli di chi ha fatto la storia di questo straordinario sport. In molti si sono sobbarcati parecchi chilometri per arrivare sul lungolago comasco dove è stato piazzato l’arrivo ed essere presenti a questa edizione del Lombardia che verrà ricordata per la vittoria del fuoriclasse sloveno Tadej Pogacar ma anche perché è stata l’ultima di un monumento del ciclismo azzurro qual è stato Vincenzo Nibali, lo squalo, alla sua ultima apparizione proprio qui nella sua corsa, già vinta in un paio di occasioni nel 2015 e nel 2017, e per un altro mito come lo spagnolo Valverde. La maggior parte degli striscioni srotolati lungo il tracciato e delle scritte presenti sulle strade, inneggiavano allo squalo dello stretto, ultimo grande interprete delle corse a tappe ma anche delle classiche del ciclismo italiano. L’ultimo “fantasista“ del ciclismo italiano. Fulvio D’Eri