Paratie di Como, il pm: "Responsabilità sottovalutate"

I motivi del ricorso del pm Addesso contro la sentenza del Tribunale

Turisti sul cantiere delle paratie

Turisti sul cantiere delle paratie

Como, 17 settembre 2019 - "Il Tribunale di Como, pur condannando gli imputati, ne ha inspiegabilmente ridimensionato le responsabilità, facendone dei “delinquenti” per necessità, costretti a commettere reati per finire l’opera". Il sostituto procuratore di Como Pasquale Addesso con questa considerazione introduce oltre cento pagine di appello con il quale impugna la sentenza del processo Paratie. "Si è effettuata una sorta di valutazione sommaria – prosegue – in conseguenza della quale da un lato sono state pronunciate assoluzioni illogiche rispetto alle condanne, dall’altro sono state irrogate pene incoerenti con la gravità delle condotte di reato di cui è stata ritenuta l’esistenza".

Un aspetto, quest’ultimo, per il quale la Procura ha depositato un separato ricorso in Cassazione. Sono fondamentalmente tre, secondo il pubblico ministero, le domande alle quali il Tribunale non dà risposta. Innanzitutto "perché gli imputati hanno formato e trasmesso documenti falsi ad Anac se non c’era l’obbligo di risolvere il contratto?", poi "perché gli imputati non si sono conformati ad Anac, omettendo di adottare alcun provvedimento e costringendo Regione Lombardia ad avocare la delega e procedere con la risoluzione del contratto nel dicembre 2016?», e infine «perché i dirigenti Ferro, Viola e Gilardoni, che si sono avvicendati nelle cariche del progetto, non hanno mai effettuato alcuna contestazione a Sacaim, e hanno pagato somme di denaro non dovute?".

Secondo la Procura, il Tribunale avrebbe fatto tre errori nelle sue decisioni. Vengono citati un paio di dialoghi, intercettati nel 2015 con protagonisti rispettivamente Pietro Gilardoni e Antonio Ferro, dai quali emergerebbe che la scelta di non risolvere il contratto, sarebbe legata a "favorire l’impresa". Inoltre la sentenza avrebbe "omesso di prendere in esame le gravi responsabilità erariali degli imputati", e infine "l’errore più grave: il Tribunale non ha saputo cogliere il nesso causale tra i mezzi fraudolenti contestati e il contenuto del bando di cui si è avviato il procedimento", precisando che: "Il Tribunale, pur ammettendo la sussistenza dei mezzi fraudolenti, sostiene che non sarebbe ipotizzabile la turbativa in quanto riferita a un appalto in corso di esecuzione", quando invece "i mezzi fraudolenti non sono stati diretti ad aggiudicare l’originario bando assegnato a Sacaim, bensì il procedimento con il quale il Comune di Como ha deciso di procedere a una nuova gara, limitata a una minima parte di quanto previsto nella terza perizia di variante".