FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Martinengo, uccise il marito a coltellate: Caryl Menghetti “può essere processata”

I periti del Tribunale hanno accertato che la 45enne è capace di stare in giudizio. Poi indagheranno se fosse in sé il giorno del delitto

MARTINENGO (Bergamo) – Caryl Menghetti è capace di stare in giudizio. Può affrontare il processo, che inizierà il 12 luglio. L’hanno stabilito i periti del gip Riccardo Moreschi. Manca ancora la risposta sulla capacità di intendere e volere al momento dei fatti. Caryl, 45 anni, la sera del 26 gennaio a Martinengo uccise il marito Diego Rota, 55enne, con 26 coltellate, nella loro villetta. Per rispondere al quesito se la donna fosse in sé quando si scagliò contro il marito, i periti si sono presi altri giorni: le faranno visita nelle prossime settimane e depositeranno le conclusioni entro giugno. Anche la difesa ha nominato un consulente, lo psichiatra Marco Garbarini. Marito e moglie si amavano, emerge da più parti. Non avevano motivi di fratture, erano uniti anche dalla loro bambina di cinque anni, ora affidata ai nonni materni.

I periti del Tribunale hanno accertato che Caryl Menghetti è capace di stare in giudizio. Poi indagheranno se fosse in sé il giorno del delitto .
I periti del Tribunale hanno accertato che Caryl Menghetti è capace di stare in giudizio. Poi indagheranno se fosse in sé il giorno del delitto .

Il nodo principale è in che condizioni psichiche Caryl Menghetti si trovasse quel giorno. Ieri la donna, detenuta a Torino, ha lasciato il Tribunale orobico provata in volto, con gli occhi ludici per il pianto. Poco prima aveva abbracciato i genitori. A testa bassa si è poi diretta verso l’uscita, affiancata dagli agenti della Penitenziaria. Oggi è un’altra persona rispetto alle immagini che la ritraggono sorridente, felice accanto al suo amato Diego. Il difensore, avvocato Danilo Bongiorno, ritiene importante "un approfondimento sul comportamento dei medici che l’hanno dimessa" poche ore prima che accoltellasse mortalmente il marito.

Quella mattina infatti Caryl era stata accompagnata proprio dal marito all’ospedale di Treviglio, dove era stata visitata anche in Psichiatria e poi dimessa con la prescrizione di alcuni farmaci. Pare che sia stato il marito, Diego Rota, a chiedere di riportarla a casa. Poi intorno alle 23,30 il delitto nella camera da letto, mentre nella stanza accanto dormiva la figlia. "Menghetti è molto confusa, l’ho trovata non pienamente lucida – dice il difensore – Parla solo della sua bambina, che vuole stia con i propri genitori, e ripete che le dispiace. Non parla quasi mai del marito né dell’accaduto".

Il malessere di Caryl si era manifestato qualche anno prima. Al momento dell’omicidio aveva interrotto la terapia da circa un anno.