PAOLA PIOPPI
Cronaca

Inferno dietro le sbarre. Detenuto di 19 anni con ustioni gravi dopo il rogo in cella

Como, due reclusi hanno dato fuoco a lenzuola e giornali. Una lite ha rischiato di finire in tragedia: evacuata l’intera sezione.

Inferno dietro le sbarre. Detenuto di 19 anni con ustioni gravi dopo il rogo in cella

L’immagine del fumo che ha esce dalla cella data alle fiamme al Bassone

Una reazione di ripicca per un problema banale, che ha spinto due giovani detenuti del Bassone, a dare fuoco ad alcuni oggetti in cella, lenzuola e giornali. L’incendio scoppiato lunedì sera si è concluso con un giovane detenuto ricoverato con gravissime ustioni, altri due feriti, l’evacuazione dell’intera sezione con 65 persone trasferite temporaneamente nel cortile, e danni da quantificare. In ospedale, in attesa di essere trasferito al Centro Grandi Ustionati di Niguarda, è finito un ragazzo marocchino di 19 anni, forse uno dei due autori dell’incendio, che è stato il più esposto alle fiamme. Quando i soccorritori del 118 lo hanno preso in carico, aveva lesioni gravi in tutto il corpo, tali da valutare il suo ricovero a Milano o Torino. Al momento è stato stabilizzato e viene mantenuto in osservazione al Sant’Anna, in Rianimazione, con una prognosi ancora riservata, in attesa di poterlo trasferire in un reparto specializzato. Feriti altri due detenuti, un tunisino di 18 anni e un marocchino di 24 anni, anche loro trasportati al pronto soccorso dell’ospedale di San Fermo, ma le loro condizioni non sono risultate preoccupanti e sono stati subito dimessi, facendo rientro in carcere verso mezzanotte.

I primi a intervenire sono stati gli agenti di polizia penitenziaria, che hanno soccorso i feriti ed evacuato gli detenuti per impedire che rimanessero intossicati: "Solo la professionalità del personale in servizio e il personale richiamato ha evitato il peggio", commenta Davide Brienza, vice segretario regionale del sindacato Uspp. Chi materialmente abbia appiccato il rogo, non è ancora chiaro, certamente i due ragazzi marocchini, che sono stati raggiunti dalle fiamme prima che venissero aperte le celle, ma secondo quanto ricostruito dalla polizia penitenziaria, il motivo della protesta sarebbe da ricondurre a una mancata consegna di sigarette. Sul posto, sono intervenuti anche carabinieri e polizia, anche per garantire il presidio di sicurezza attorno all’istituto penitenziario, quando avvengono fatti critici che coinvolgono numerosi detenuti. Episodi di questo genere si sono ripetuti periodicamente: a fine settembre una densa colonna di fumo si era alzata dal carcere, fuoriuscita dalle finestre di una cella in cui era stato incendiato un materasso. A inizio dicembre dello scorso anno, un altro principio di incendio era stato utilizzato per innescare una scia di danneggiamenti nella sezione nuovi giunti, dove era anche stata fatta saltare la corrente elettrica.