Immessi 1.400 chili di novellame Anguille all’amo tra due-tre anni

Il Sebino è uno degli habitat preferiti da questi pesci che qui figurano anche tra i piatti tipici

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CLUSANE D’ISEO (Brescia)

Sono nate nel Mare dei Sargassi come tutti i loro simili e ieri, dopo un lungo viaggio tra Grandi Antille, Azzorre e Bermuda sono state immesse nel lago d’Iseo, uno dei loro habitat prediletti dove resteranno fino al momento della riproduzione, quando torneranno dove sono nate. Oppure, essendo pesci particolarmente apprezzati in Italia, finiranno in padella, magari consumate a Natale.

Ieri si è tenuta la seconda tappa del progetto messo in atto dalla Polizia provinciale di Brescia in collaborazione con i pescatori di professione del lago d’Iseo. A finanziare l’operazione è Iniziative Bresciane, che utilizza l’acqua dell’Oglio e di altri fiumi per produrre energia elettrica e che ne paga i diritti di utilizzo con iniziative di carattere ambientale. "Ieri abbiamo immesso nelle acque del Sebino 1.391 chili di novellame di anguille lunghe circa 20 centimetri – spiega il pescatore di professione Raffaele Barbieri – Noi abbiamo operato sul Basso lago con la Polizia provinciale, mentre i nostri colleghi dell’isola sono stati attivi, sempre coi poliziotti, sull’Alto lago. Per pescare le anguille serviranno due o tre anni: la lunghezza minima consentita è 50 centimetri. Potremo farlo, come prevede la Regione, da aprile a settembre. Molte torneranno nel Mare dei Sargassi, l’unico luogo dove nascono e da dove si muovono verso l’Europa seguendo la loro memoria genetica". Sul Sebino uno dei piatti tipici è l’anguilla ripiena alla clusanese. Qualcuno la serve alla griglia mentre al mercato e nei negozi la si trova in carpione.

Mi.Pr.