A.L.
Cronaca

Lo davano per malato, oggi Iaki salva i dispersi da valanghe

La storia di Michela Allio e del suo cane: insieme formano l'unità cinofila da valanga della delegazione lariana del Soccorso Alpino

Michele Allio con il suo Iaki

Como, 26 luglio 2019 - Si comprendono solo con lo sguardo. E si ha il legittimo sospetto che «lui» sia geloso quando si avvicina un uomo: comincia ad abbaiare forte. Parliamo di Michela Allio, 33 anni di Como, e di Iaki, pastore tedesco di 5. Da 3 anni fanno coppia fissa, come «unità cinofila da valanga» all’interno del soccorso alpino lombardo: Michela, che appartiene alla delegazione lariana, non è l’unica donna ad avere questa abilitazione ma in tutta la regione si contano sulle dita di una mano. La loro storia è straordinaria perché a Michela era stato regalato da un allevatore che non lo voleva in quanto «esemplare malato»: «In realtà sta benone.

Ed è bravissimo nel suo lavoro. A breve prenderà il brevetto per il recupero in situazioni di calamità». Se le chiedi come definirebbe il suo rapporto con il collega a 4 zampe, parla di «simbiosi. Mi basta vederlo negli occhi per capire se sta bene oppure no». Come funziona un’operazione di soccorso? «Si parte da una base, sono quattro in Lombardia. Saliamo a bordo dell’elicottero con l’équipe sanitaria e il tecnico di elisoccorso. In caso di valanga è l’unità cinofila la prima a scendere mettendosi alla ricerca del disperso». Gli operatori del soccorso alpino devono avere una grande preparazione fisica ma anche psicologica: «Il recupero può essere di un cercatore di funghi disperso o di un corridore stanco. Ma possono essere anche esperienze più tragiche». È successo l’anno scorso con un pastore che era uscito la sera per recuperare il suo gregge. «Lo abbiamo trovato il giorno dopo deceduto: era caduto. Il suo cane era stato un giorno con lui a vegliarlo».

Certi eventi non sono prevedibili ma alcuni comportamenti umani sì: «In montagna si va con le scarpe giuste e l’abbigliamento adeguato. Sempre con sé in uno zaino una giacca, i viveri di prima necessità e il dispositivo Artva, una ricetrasmittente di segnali che aiuta a recuperare una persona nel più breve tempo possibile».