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Godere o no del clima troppo mite

Record climatici in Lombardia: temperature estive a novembre, zero termico a 4000 metri. Allarme per ghiacciai e permafrost, rischio frane e crolli.

Mentre i turisti girano in maglietta sulle sponde dei laghi lombardi, c’è ancora chi si azzarda a fare un bagno al primo di novembre. Con temperature ben oltre la media, in alcune città si sono toccati anche i 25 gradi, questa prima parte di autunno 2024 verrà ricordata per i suoi tanti record climatici. Uno su tutti quello dello “zero termico“ che nella giornata di ieri, dopo una settimana di continue risalite, è schizzato ben oltre i quattromila metri, fra la preoccupazione degli esperti climatologi, visto che in questo periodo si dovrebbe trovare intorno ai duemila metri. Se da una parte i turisti, gli escursionisti e chi si cimenta in attività all’aria aperta può decisamente godere della temperatura mite, dall’altra dovrebbe scattare un campanello d’allarme. Mentre la Spagna finisce sott’acqua le condizioni che sono state osservate negli ultimi giorni a ridosso delle Alpi sono da piena estate, non da inizio novembre, e infatti le carte sono tinte di colori caldi, che segnalano temperature di svariati gradi al di sopra delle medie climatiche stagionali. Nevica solo alla quota della cima del Monte Bianco, il resto si scioglie. Con temperature così elevate alle alte quote, per intere settimane, è l’allarme degli esperti, i ghiacciai non accumulano neve, anzi, subiscono processi di fusione sempre più rapidi (con conseguenti impatti sulle riserve d’acqua). Pesanti conseguenze anche per il permafrost, il terreno perennemente ghiacciato e “nascosto“ all’interno delle montagne, che funziona da collante. Con la sua scomparsa le montagne oltre i tremila metri diventano sempre più instabili. Questo aumento della temperatura del terreno può causare frane e crolli come è già accaduto proprio in questi giorni in diverse zone dell’Arco alpino. Una situazione che si ripercuote ovunque, anche nelle pianure, dove a soffrire sono soprattutto le coltivazioni autunnali.

Federico Magni