Monumento a Gino Bartali: in ricordo dell’incidente

Il 18 ottobre del 1953 a Cermenate “Ginettaccio“ rimase ferito con l’auto Settant’anni dopo il suo soccorritore ha voluto dedicargli una scultura

Il monumento a Cermenate

Il monumento a Cermenate

Cermenate (Milano) - Ne ha avuti tanti di riconoscimenti Gino Bartali, in vita e anche post mortem come il titolo di “Giusto tra le Nazioni“ che gli volle riconoscere Israele per l’aiuto dato agli ebrei durante la Seconda guerra mondiale, ma mai prima d’ora gli era capitato di vedersi dedicare un monumento non per una gara vinta, ma per un incidente per di più in automobile il 18 ottobre del 1953. È quel che è accaduto ieri a Cermenate dove a “Ginettaccio“ hanno intitolato un monumento, naturalmente a forma di bicicletta, alla rotatoria di via Negrini. Il fatto è stato raccontato da Paolo Alberati nel libro “Gino Bartali-Mille diavoli in corpo“. "Le cronache dell’epoca raccontano di una precedenza non rispettata e uno scontro all’incrocio fra Cantù e Cermenate - ricorda l’autore - La 1100 guidata da un uomo di Legnano finisce contro una Lancia Aurelia. A bordo, come passeggero, Gino Bartali, che si trova sulla Milano-Como in direzione Lugano. Nella città svizzera il campione toscano è atteso al Gran Premio Vanini a cronometro. Per lo scontro, l’Aurelia finisce in testa-coda e Bartali viene sbalzato sull’asfalto.

Il ciclista viene prima portato all’ospedale di Cantù e poi a Milano al San Camillo". Un banale incidente che costò la fine della carriera al campione. "Due vertebre fratturate, escoriazioni ed ematomi per Bartali, dice il primo referto - prosegue nel suo racconto Alberati - Nei giorni successivi il corridore verrà poi sottoposto a un’operazione per una sospetta emorragia intestinale. Un incidente che di fatto chiude la carriera ad alti livelli di Gino Bartali, il quale, l’anno dopo, al termine di una stagione senza vittorie, deciderà poi di ritirarsi. Dopo l’ultima corsa il 28 dicembre 1954 a Città di Castello". L’occasione non era casuale, il sindaco Luciano Pizzutto e gli organizzatori hanno atteso il passaggio del Giro di Lombardia. All’evento hanno partecipato Gioia Bartali nipote del grande Gino, Faustino Coppi figlio del leggendario Fausto. In prima fila Bruno Carraro, imprenditore ultraottuagenario impegnato nella distribuzione all’ingrosso di bevande e acque minerali, legatissimo al ciclismo con molteplici amicizie di rilievo, presidente onorario del Gruppo Sportivo Madonna del Ghisallo. Fu lui quel 18 ottobre del 1953 a soccorrere Gino Bartali con Giuseppe Introzzi, corridore professionista che gestiva una stazione di servizio proprio all’incrocio.