
Le prime ciclabili potrebbero spuntare già entro fine mese
Como, 7 maggio 2020 - Forse questa è la volta buona per trasformare la città a misura di ciclista. Finora i tentativi sono stati piuttosto velleitari, nonostante la passerella del Giro d’Italia un’anno fa, ma dove ha fallito la maglia rosa potrebbero riuscire il Covid e la necessità di riorganizzare una mobilità che consenta il distanziamento sociale. Le uniche alternative, se non si vogliono riempire all’inverosimile i mezzi pubblici, sono l’auto e la biclicletta, magari elettrica o con pedalata assistita. Siccome di auto in giro in città ce ne sono già troppe e i parcheggi sono merce rara anche a Palazzo Cernezzi sembrano essersi convinti della necessità di creare piste ciclabili per potersi spostare in sicurezza.
Le prime potrebbero spuntare già entro fine mese, tracciate con la vernice come hanno fatto a Milano in Corso Buenos Aires facendo proseguire i pochi percorsi ciclopedonali esistenti anche a costo di sacrificare porzioni di marciapiedi. Una scommessa che vede in prima linea il sindaco, Mario Landriscina, alla ricerca anche di qualche privato disposto a scommettere su Como proponendo il noleggio di bici e monopattini elettrici. "Mi fa piacere che l’attuale maggioranza si sia ricreduta sul tema della mobilità sostenibile dopo aver paralizzato, con argomentazioni pretestuose, la realizzazioe di una pista ciclabile che l’amministrazione precedente aveva progettato grazie a un finanziamento regionale – ricorda Bruno Magatti di Civitas - Nell’agosto scorso la Giunta stessa ha richiesto a Regione Lombardia un nuovo rinvio affermando, per estremo paradosso, che il progetto definitivo predisposto dagli uffici comunali e già corredato dal parere positivo della società esterna cui era stato affidato il compito della sua validazione, era caratterizzato da "una profonda carenza" proprio "dal punto di vista tecnico". E così la ciclabile che già due anni fa avrebbe dovuto collegare Cernobbio con il Canturino, passando attraverso la Valmulini per consentire ai ciclisti di pedalare con una pendenza minore, si è nuovamente arenata. "Oggi quest’opera sarebbe stata utilissima, invece lavoratori e studenti che attendevano un percorso protetto sono stati costretti a mettersi il cuore in pace", conclude Magatti.