MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Ex filatura Zopfi, sì all’accordo. Case, negozi e una piazza. L’edificio storico sarà salvato

Il sindaco Vergani: "Lo stabilimento assurge a memoria storica della nostra comunità". Critica la minoranza per l’impatto ambientale del Piano attuativo in variante al Pgt.

Un accordo storico darà nuova vita all’ex area Zopfi, oggi abbandonata e diroccata, dove sorge l’antico stabilimento di filatura, i cui edifici furono realizzati tra il 1869 e il 1877. Dopo 8 anni di confronti, proposte e ricorsi al Tar, è stato finalmente trovato un progetto condiviso tra la società Piramide Casa srl di Albano Sant’Alessandro e il Comune di Ranica. L’accordo prevede il recupero dell’edificio storico con porticati, estese aree di parcheggio, una grande piazza, edifici residenziali, alcuni in edilizia convenzionata, una rotatoria e negozi di vicinato.

Questi gli interventi previsti nella richiesta di Piano attuativo in variante al Pgt, presentato dalla società, protocollata a fine dicembre e che sarà discussa nel consiglio comunale del 25 gennaio. "Il ventennio fascista, la Seconda guerra mondiale, il boom economico degli anni ‘60 e la decadenza degli anni ‘70 e ‘80 sono le fasi che hanno contraddistinto gli ultimi 50 anni della vita della Zopfi e insieme della nostra comunità – sottolinea il sindaco Mariagrazia Vergani –. Ecco perché lo stabilimento di filatura, più che per le sue residue architetture, assurge a memoria storica della nostra comunità e non solo".

Una vicenda, quella della riqualificazione dell’ex area Zopfi che arriva da lontano. Il primo progetto risale al 2009, ma non se ne fece nulla. Nel 2016 entra in campo quello allora denominato Gruppo Piramide spa che, tre anni prima, aveva acquistato l’area. Dopo una prima proposta bocciata dal Comune, ne seguirà un’altra, sempre bocciata, e il ricorso al Tar da parte della società. Si arriva così al marzo scorso, quando riprendono le trattative tra proprietà e amministrazione comunale, fino all’attuale proposta.

L’accordo è il naturale compromesso tra l’obiettivo del massimo profitto possibile da parte della società e della riqualificazione urbanistica, legata alla sostenibilità ambientale ed economica, da parte del Comune.

Critica la minoranza: "Il risultato raggiunto non rispecchia gli obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale del Piano".