
Gli animali cercano riparo
Eupilio (Como), 11 giugno 2016 - Per la prima volta dopo centinaia di anni il grande faggio del Cornizzolo, rimesso in piedi dopo che era stato abbattuto dal vento, non offre più un riparo sicuro a tutti gli animali che si rifugiavano sotto le sue lunghe fronde in cerca di ombra e un po’ di fresco, oppre in fuga da un violento temporale. È ormai completamente secco e non ha un bell’aspetto il faggio di trecento anni che il Parco lago del Segrino l’autunno scorso aveva provato a salvare. Nemmeno una foglia verde fa capolino dai rami scheletrici e le gemme spuntate in primavera, che avevano fatto ben sperare per una ripresa, si sono rinsecchite. Eppure la vegetazione intorno è verde e rigogliosa e il faggio assomiglia più a una vecchia mummia che a un monumento della natura.
Gli unici a non essersi arresi al destino del vecchio albero sembrano essere gli animali che vivono liberi sulle pendici del Cornizzolo. Capre, pecore e mucche con i loro piccoli erano abituati nelle giornate più calde a trasferirsi proprio sotto le sue grandi fronde che rappresentavano un riparo sicuro in quota e così anche ora che non c’è più l’ombra, non abbandonano il grande albero. Simbolo degli alberi monumentali di tutta la Lombardia, con la sua posizione a quasi mille metri di quota si affaccia sul panorama dei laghi dell’Alta Brianza, il grande faggio non aveva retto alle violente raffiche di vento. Gli esperti del Parco l’avevano rimesso in piedi e ridotto la sua chioma. È stato anche imbragato con un ’imponente operazione di salvataggio. Per i critici la vecchia pianta sarebbe stata abbandonata a se stessa proprio nel momento in cui aveva bisogno di più cure, durante l’inverno, e soprattutto una costante dose di acqua. Per il Parco invece bisogna ancora portare pazienza per vedere se il malato si riprenderà.