Dopo la sentenza della Cassazione Cantù fa causa alla ’ndrangheta

Il Comune 3 anni fa rifiutò di costituirsi parte civile nel processo penale. Ora vuole i danni d’immagine

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di Roberto Canali

Nel novembre del 2018 l’amministrazione comunale di Cantù rifiutò di costituirsi parte civile nel processo penale contro i rampolli della ’ndranghetache per due anni, dal 2014 al 2016, avevano fatto il bello e il cattivo tempo in piazza Garibaldi, rifiutando anche di promuovere un’azione civile per il risarcimento del danno d’immagine alla città. Tre anni dopo quella che allora era stata definita in consiglio comunale una "azione civile che avrebbe risonanza, ma rischia di avere scarsi risultati pratici", è diventata una priorità dell’amministrazione a trazione Lega, come sottolinea il vicesindaco Giuseppe Molteni alla luce della sentenza diventata definitiva dopo la sentenza della Corte di Cassazione. "Si è finalmente chiusa questa triste pagina della storia della nostra città - sottolinea il vicesindaco Giuseppe Molteni - Il ricorso degli imputati è stato finalmente respinto dalla Corte di Cassazione in via definitiva ed ora è giunto il tempo di dare seguito alle parole".

La Cassazione ha confermato, di fatto, la sentenza di primo grado che aveva condannato nove imputati a una pena complessiva di oltre un secolo. Solo ora che la sentenza è passata definitivamente in giudicato la Città del Mobile ha deciso di muoversi e sta cercando un avvocato a cui affidare la causa di risarcimento. Nei giorni scorsi in piazza Garibaldi è stata esposta per una settimana la Quarto Savona 15, l’auto su cui viaggiava il magistrato Giovanni Falcone, saltata in aria a Capaci nell’attentato organizzato dalla mafia. "Non metto in dubbio il fatto che ogni iniziativa contro la criminalità organizzata abbia un significato importante - spiega il capogruppo del Pd, Vincenzo Latorraca - Non vorrei però che si pensasse che la lotta alla criminalità organizzata, che a Cantù ha nomi e cognomi, si faccia solo con manifestazioni ed ospiti di rilievo.

Continuo a chiedermi come mai il Comune di Cantù non si è costituito parte civile nel processo penale e per quale ragione all’epoca non ha valutato altre possibili iniziative giudiziarie. Siamo sempre in attesa che Comune istituisca una commissione speciale per avere a disposizione una strumento di particolare efficacia nella lotta quotidiana alle mafie".