Morte don Malgesini, il sindaco di Como: "Siamo orfani, ha fatto del bene a tante persone"

Il primo cittadino Landriscina: "Dopo i lutti per Covid un'altra tragedia. Ora abbiamo l'opportunità di ritrovarci come comunità solidale"

Don Roberto Malgesini (Cusa)

Don Roberto Malgesini (Cusa)

Como, 15 settembre 2020 - La comunità di Como da oggi è "orfana" e "attonita" per la morte di Don Roberto Malgesini, sacerdote di 51 anni ucciso piazza San Rocco da un senzatetto. "Un'altra tragedia - dice il sindaco Mario Landriscina - colpisce la nostra città. Dopo i tanti lutti che la recente pandemia ha dolorosamente causato anche alla nostra comunità e mentre ancora si consumano vicissitudini e preoccupazioni sulle gravi ripercussioni sociali che si prospettano, si presenta inattesa, imprevedibile e drammatica una tragedia che va al di là della dimensione propria". 

Quanto è accaduto "ci priva in maniera così brutale di un sacerdote, di una Persona, di un nostro concittadino, che ha dedicato la sua stessa esistenza, senza risparmio, a quella degli altri. Col lavoro e la fatica, ma sempre - afferma - con il sorriso, nella continua ricerca di soluzioni comunque sempre perseguite declinando concretamente il Vangelo". Il ricordo del sindaco va a un altro episodio simile della storica della città: la morte, per mano anche allora violenta, di Don Renzo Beretta che ha perso la vita mentre operava a sostegno degli ultimi.  "E ancora una volta la nostra gente è chiamata a farsi carico della sofferenza e del dolore. Dolore tanto più atroce quanto più rapportato all'amore che muoveva Don Roberto. Siamo quindi orfani, oggi come allora, di una presenza discreta, ma sostanziale, che tanto bene ha fatto a davvero tante persone".

Questa morte, continua il sindaco Landriscina, "ci trova ancora una volta lacerati, attoniti e perduti mentre cerchiamo invano spiegazioni e responsabilità".  Si impone, sottolinea, la necessità di "rinnovare i nostri sforzi grazie a riflessioni paradossalmente serene, cercando di intravedere nel buio di questo sacrificio, quali siano le ragioni per continuare la strada tracciata da Don Roberto, ognuno a modo suo, senza uscire dai binari del comportamento che quest'uomo e questo sacerdote ha sempre adottato nella sua esperienza pastorale".  Adesso, "abbiamo l'opportunità di ritrovarci come comunità solidale avendo l'occasione di partecipare sinceramente al grande dolore dei Familiari, della intera Diocesi e facendo proprio il dolore anche di quanti lo hanno sostenuto ed aiutato e di coloro che hanno da lui ricevuto conforto concreto, spirituale e soprattutto amore", conclude.