Compravendita di passeri di frodo Due denunciati

Gli uccellini non erano allevati, ma catturati con trappole

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di Paola Pioppi

Detenzioni illegali di avifauna, uccellini vivi utilizzati soprattutto per la caccia o per scopi ludici, catturati in natura e dotati di contrassegni falsificati. L’operazione condotta in tutta Italia dai carabinieri Cites, Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati a Danno degli Animali, ha portato anche a Como a individuare irregolarità a carico di un allevatore della Bassa Comasca e di un detentore di uccelli sul lago. In particolare, il Nucleo Cites di Ponte Chiasso ha svolto controlli su tutto il territorio, riscontrando per la maggior parte condotte corrette da parte di chi gestisce gli esemplari di uccelli soggetti alla normativa, tranne in due casi, trovati in possesso di volatili con l’anellino alterato e, nel caso del detentore, anche di una gabbia trappola illegale, messa sotto sequestro assieme agli animali. I controlli riguardavano un particolare aspetto della gestione degli uccelli: la legale detenzione di ciascun esemplare allevato, richiede che debba essere provvisto di un anello inamovibile in metallo, che non deve aver subito alcun tipo di manomissioni, che viene apposto con una manovra assolutamente indolore al tarso dell’animale quando questo è appena nato.

In questo modo, con la crescita dell’animale e quindi della sua zampa, l’anello risulta non più sfilabile e ne attesta la legittima detenzione assieme alla documentazione. L’anello ha valenza di “Sigillo di Stato“ e la sua contraffazione o l’uso abusivo è reato. I controlli, fatti assieme ad ornitologi, hanno interessato prevalentemente allevatori di avifauna anche protetta, ed erano finalizzati ad accertare che tali anelli fossero stati apposti ad esemplari di allevamento, quindi alla nascita, e non ad animali catturati. In questi casi tra i reati ipotizzabili ci sono, oltre alla frode in commercio, la contraffazione e l’uso abusivo di sigilli, la ricettazione, il maltrattamento animali se emergono lesioni traumatiche agli arti. Complessivamente, in tutta Italia, sono stati sequestrati oltre 2.500 esemplari e denunciate 104 persone.