Como, i Verdi contro le paratie: "Sul lungolago ci sarà un nuovo muro" /FOTO

La manifestazione: "Sono i numeri a dirlo. Il nuovo progetto è peggio del primo"

Il flash mob in città (Cusa)

Il flash mob in città (Cusa)

Como, 24 febbraio 2019 - Le paratie a Como? «Inutili e dannose». Non hanno dubbi i Verdi che ieri pomeriggio hanno attraversato la città murata, in un flash mob iniziato a Porta Torre e concluso in Piazza Cavour. «Sono dieci anni che nostro lungolago è ostaggio di questo cantiere infinito e costosissimo: nel 2008 quando è stato firmato il contratto con Sacaim il progetto prevedeva 4 anni di lavori e 12 milioni di euro di spesa, ad oggi di milioni di euro ne sono stati spesi già 30 e per concludere l’opera occorreranno altri quattro anni di cantiere e 15 milioni di euro – spiega Elisabetta Patelli dei Verdi Como – Alla fine se tutto andrà come previsto si spenderanno 45 milioni di euro, saranno serviti 14 anni di interventi e in più chi passerà in auto sul lungolago non vedrà più il primo bacino, oscurato da una passeggiata sopraelevata più alta di 90 centimetri rispetto all’attuale piano stradale».

Alla faccia dei comaschi che nel 2009 si ribellarono contro il muro che minacciava di impedire la visione del primo bacino. «Il nuovo progetto da questo punto di vista è anche peggio, la prima versione del muro non comprendeva tutta la passeggiata com’è previsto in questa nuova versione – prosegue la portavoce dei Verdi – Lo abbiamo fatto presente quando il progetto è stato presentato, ma l’assessore Sartori ci ha risposto che chi guida guarda avanti. Purtroppo per i comaschi temo che questo nuovo muro dovranno tenerselo, a meno che come hanno fatto dieci anni fa non tornino ad alzare la voce per farsi sentire». Rispetto ad allora i Verdi non hanno cambiato idea, per loro le paratie sono perfettamente inutili. «Sono i numeri a dirlo, il problema del lago è l’acqua bassa, non le esondazioni.

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Su questo progetto c’è stata disinformazione fin dalle origini, prima di tutto perché la Legge Valtellina non prescrive la realizzazione di paratie ne vincola i fondi a opere specifiche. Poi c’è la questione dei cambiamenti climatici: negli ultimi trent’anni i ghiacciai si sono dimezzati, in provincia di Sondrio ogni anno arretrano di 15/20 metri e si assottigliano di 2,5 metri. Questo perché nevica sempre meno e le temperature medie si sono alzate, tant’è che anche in questo periodo il livello del lago è molto basso. Poi ci sono gli invasi alpini, nella nostra regione si contano 70 grandi dighe che coprono il 25% del fabbisogno elettrico nazionale e il 75% di quell’acqua non è utilizzata per l’agricoltura, ma per necessità idroelettriche. Si tengono gli invasi pieni per produrre energia quando la si può vendere meglio, considerate che solo in Valtellina la capacità degli invasi è di 500 milioni di metri cubi, il doppio della capienza del lago di Como».

E siccome a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina per i Verdi le paratie serviranno non per difendere i comaschi dalle esondazioni, ma per trasformare il lago in un bacino ancor più capiente. «Dall’11 febbraio scorso la Regione ha a disposizione un nuovo strumento normativo che le consente di esercitare il proprio controllo anche su questo tipo di invasi – conclude Elisabetta Patelli – Per questo chiediamo di istituire un Governo integrato di bacino che tuteli gli interessi di tutti e non solo delle aziende elettriche proprietarie delle dighe».