Casinò di Campione, partenza in salita. Da un mese si discute sul contratto

La casa da gioco dovrebbe riaprire entro fine anno, ma sindacati e proprietà non trovano la quadra. Senza accordo non è possibile assumere i 174 dipendenti

Il Casinò di Campione

Il Casinò di Campione

Campione d'Italia (Como) - Per rimettere in moto un casinò non basta girare la chiave come si fa con un’auto. Specie se l’utilitaria in questione è ferma da più di tre anni. Se ne stanno accorgendo loro malgrado a Campione d’Italia dove ormai da un mese la trattativa tra l’amministratore delegato, Marco Ambrosini, e i sindacati sembra essersi arenata. In discussione c’è il nuovo contratto da applicare ai futuri 174 dipendenti che avranno il compito di riaprire la casa da gioco. L’obiettivo continua a essere quello di ripartire entro la fine dell’anno, così da sfruttare il volano delle feste che notoriamente sono un periodo molto favorevole per il gioco, non fosse altro perchè con la tredicesima in tasca e le vacanze di Natale a disposizione per molti la tentazione di regalarsi una puntatina alla roulette diventa irresistibile.

Tra il dire e il fare però a Campione d’Italia c’è di mezzo il nuovo contratto collettivo da redigere, sottoscrivere e firmare prima di poter procedere alle assunzioni. Da settimane la discussione sembra essersi arenata, probabilmente sulle spettanze economiche lontane anni luce dai bei tempi andati, ma occorre risalire all’inizio del nuovo millennio, quando un croupier tra stipendio e mance in un mese buono poteva guadagnare abbastanza per permettersi di cambiare l’auto, spesso senza doversi accontentare di guidare un utilitaria. Adesso che i buoi sono definitivante scappati dalla stalla occorrerà accontentarsi di uno stipendio in linea con quello percepito dal personale dei casinò di Venezia, Sanremo e Saint-Vincent.

A Campione però rischia di non bastare perché il costo della vita è sensibilmente più alto, se non doppio, rispetto a quello del resto d’Italia. Non perde la speranza di raggiungere una quadra l’amministratore delegato, Marco Ambrosini. " Proseguiremo a oltranza, anche di domenica (oggi ndr) se sarà necessario - Andiamo avanti con testardaggine perché ci piacerebbe che ai futuri dipendenti del Casinò Campione d’Italia fosse applicato un contratto collettivo di lavoro che tenesse conto della specificità dell’attività". Proprietà e sindacati stanno ragionando su una prima bozza di pianta organica ricavata a partire dai 174 lavoratori che, in base all’accordo di continuità sottoscritto di fronte al Tribunale Fallimentare di Como, dovranno far ripartire la casa da gioco. Quella del nuovo contratto è solo una delle questioni sul tavolo dell’amministratore del casinò di Campione d’Italia, da risolvere c’è anche la questione delle concessioni governative per il gioco online, in scadenza oggi. Nell’exclave si sono tutelati attraverso un ricorso al Tar del Lazio contro l’Agenzia delle dogane e dei monopoli.