Cantù, coltellate mortali al nonno che l'ha cresciuto

Imbottito di cocaina l'ha colpito così forte da spezzare il coltello, poi è fuggito in un motel con due prostitute. I carabinieri l'hanno trovato con i vestiti ancora insanguinati

La palazzina dove è avvenuta la tragedia

La palazzina dove è avvenuta la tragedia

Cantù (Como), 18 marzo 2018 - Precedenti per droga e rapina, un fascicolo aperto per violenza sessuale e un divieto di avvicinamento al nonno emesso dal Tribunale di Como, per un’accusa di maltrattamenti di qualche tempo fa. È la fotografia giudiziaria degli ultimi anni di Luca Volpe, il ventottenne arrestato con l’accusa di aver accoltellato a morte il nonno Giovanni, 78 anni, con cui viveva in una palazzina di via Monte Palanzone 13 a Vighizzolo di Cantù. In passato la Procura di Como si era già occupata di lui per diverse vicissitudini, tra cui un paio ancora aperte: il fascicolo in cui è indagato per violenza sessuale e il provvedimento, successivamente decaduto, che gli impediva di avvicinarsi al nonno a causa di condotte aggressive. Già in passato c’erano stati scontri e difficoltà di rapporti tra i due, e con ogni probabilità venerdì pomeriggio è nato l’ennesimo scontro.

Giovanni Volpe è stato accoltellato con un’arma trovata nell’abitazione, spezzata nella colluttazione: la lama era a terra vicino al corpo della vittima, nella stanza adibita a studio, mentre il manico si trovava in un’altra parte dell’abitazione. I carabinieri hanno trovato anche tracce di cocaina, probabilmente consumata dal nipote prima di andarsene o prima della lite. 

C'era inoltre la chiave della cassaforte, ma gli accertamenti successivi hanno stabilito che non mancava nulla del denaro e degli oggetti di valore custoditi al suo interno. Nonno e nipote vivevano insieme in quell’appartamento, rimasti soli dopo la morte della madre di Luca, che lo aveva cresciuto senza padre dandogli il suo stesso cognome. Ma la vita del ragazzo è sempre stata accidentata, fino a quest’ultimo drammatico episodio. Nelle prossime ore dal magistrato di turno della Procura di Como, Simona De Salvo, disporrà l’autopsia per ricostruire con maggiore attenzione tempi, modalità e cause della morte del pensionato. Ma già gli accertamenti svolti dai carabinieri del Reparto Investigativo di Como e dalla Compagnia di Cantù, hanno collocato verso le 16.30, 17 al massimo, l’aggressione mortale a Volpe.

Lo hanno stabilito in base alla testimonianza di una vicina di casa, che ha sentito le grida e poi ha visto Luca Volpe allontanarsi alla guida della Fiat Panda del nonno. La stessa auto con cui, in nottata, è stato individuato nel motel di Novedrate, dove si era rifugiato assieme a due prostitute, una albanese e una nigeriana, completamente estranee a quanto accaduto nelle ore precedenti. 

Volpe con sé aveva ancora gli stessi abiti indossati al momento dell’omicidio, sporchi di sangue, così come le scarpe. È stato arrestato all’alba, dopo essere stato portato in caserma e da qui trasferito al Bassone. Rimangono ancora da capire con certezza le cause dell’aggressione, da cui dipenderà la formalizzazione dell’accusa, omicidio volontario che potrebbe andare incontro o meno a eventuali aggravanti, in base alla valutazione che farà il magistrato, ma anche alle risultanze dell’autopsia relative alle modalità del delitto.