Campione d'Italia, l’accordo per salvare il casinò

Oltre 400 ex dipendenti hanno accolto la proposta dell’azienda per saldare i debiti. Un passo strategico per la ripresa della casa da gioco

Il corteo dei lavoratori del casinò di Campione d’Italia dopo il fallimento della casa da

Il corteo dei lavoratori del casinò di Campione d’Italia dopo il fallimento della casa da

Campione d'Italia (Como), 14 aprile 2021 - C’è la speranza di poter tornare entro breve alla normalità dietro la decisione di oltre 400 ex dipendenti del Casinò di Campione d’Italia che hanno aderito alla proposta presentata dall’azienda per compensare i loro crediti e permettere alla casa da gioco di ripartire. Un elemento fondamentale per suffragare la proposta di concordato preventivo che l’azienda presenterà al Tribunale di Como il prossimo 19 aprile, dal momento che gli ex lavoratori sono anche creditori privilegiati.

Dei 492 dipendenti impiegati al momento della chiusura 77 hanno maturato la pensione e una cinquantina hanno trovato una nuova occupazione. Dei 270 in attesa 170 verrebbero chiamati per "riaprire" la casa da gioco. Si tratta dei croupier, il personale di sala e gli impiegati dei vari uffici che sovraintendono al funzionamento del casinò; un altro centinaio di lavoratori invece, tra i quali rientrano cuochi, camerieri e gli addetti alle pulizie tornerebbero al lavoro ma come dipendenti di società terze dopo l’esternalizzazione dei servizi. In base all’accordo sottoscritto dall’80% del personale a chi non sarà riassunto l’azienda offre, in 36 mesi a partire dal riavvio dell’attività, la corresponsione del Tfr, delle somme riconducibili a tutti i crediti privilegiati, oltre che un risarcimento danni pari a due mensilità lorde. Invece a chi sarà riassunto l’azienda propone il pagamento dei crediti privilegiati diversi dal Tfr avverrebbe in maniera dilazionata, dal 30esimo al 60esimo mese successivo al riavvio dell’attività, mentre il trattamento di fine rapporto verrebbe pagato al momento della cessazione dell’attività lavorativa.

"Abbiamo cercato di valutare l’opportunità di dare una nuova possibilità lavorativa a gente che è stata massacrata da questa situazione – spiega Christian Toini, segretario del Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori Case da Gioco e consigliere comunale in paese –. Speriamo che anche il tribunale avrà attenzione verso questi lavoratori che sono in difficoltà da tre anni e non vedono alcuna luce all’orizzonte. Se fallisce il casinò, falliscono anche le persone e le famiglie". Soddisfatto anche il sindaco, Roberto Canesi, che sabato nel corso della seduta del consiglio comunale aveva invitato gli ex-lavoratori a dare ad aderire all’accordo. "Le proposte mi sembrano equilibrate e favorevoli ai lavoratori, si offrono somme individuate e certe che all’atto del fallimento diventerebbero assai aleatorie e insufficienti – aveva spiegato –. Perché sono convinto che il fallimento porterebbe a realizzi molto limitati, anche per i creditori privilegiati a cui appartiene la categoria degli ex dipendenti". Adesso rimane da superare lo scoglio del tribunale.