PAOLA PIOPPI
Cronaca

Appicca un incendio in cella. Il compagno 41enne è grave

L’allarme della Penitenziaria di Como: "Al carcere Bassone lavoriamo senza sicurezza"

Appicca un incendio in cella. Il compagno 41enne è grave

L’allarme della Penitenziaria di Como: "Al carcere Bassone lavoriamo senza sicurezza"

L’ennesimo incendio appiccato all’interno di una cella del carcere Bassone di Como, sabato sera, ha ridotto in gravi condizioni un detenuto di 41 anni, ricoverato all’ospedale Sant’Anna a causa delle inalazioni del fumo. Ad appiccare il rogo, è stato il compagno di cella, nella quarta sezione della casa circondariale, per motivi banali. In pochi minuti l’intera sezione si è riempita di fumo, a partire dal bagno della cella, dove ha cercato riparo il quarantunenne nordafricano: quando sono arrivati soccorsi, era già privo di sensi. Gli agenti di polizia penitenziaria sono intervenuti per primi, in attesa di ulteriori soccorsi, facendo uscire una quarantina di detenuti, trasferiti nei cortili del passeggio per metterli al sicuro dalle inalazioni.

Nel frattempo il perimetro esterno è stato cinturato da carabinieri e polizia, come previsto in caso di criticità, mentre arrivavano tre ambulanze con i medici e l’elisoccorso. In pronto soccorso, oltre al detenuto che è stato ricoverato in rianimazione, sono finiti anche alcuni agenti di penitenziaria che hanno respirato fumi tossici. "Ormai è diventata un’abitudine appiccare il fuoco – commenta Davide Brienza, vicesegretario regionale del sindacato Uspp - e assistiamo ogni volta a uno scenario di totale assenza delle istituzioni. I poliziotti penitenziari a Como non hanno più speranza di poter lavorare in sicurezza, perché nessuno muove un dito a loro tutela, mentre si espongono a respirare fumi tossici. Mi chiedo se siamo sicuri che rientri tra le mansioni della Penitenziaria entrare in una cella in fiamme, mettendo in gioco la propria salute: siamo poliziotti o vigili del fuoco?". E aggiunge: "Ancora una volta bisogna dire grazie agli agenti, che senza pensarci due volte entrano nelle sezioni piene di fumo". Nel frattempo, è ancora ricoverato al centro grandi ustionati di Niguarda il marocchino di 19 anni, rimasto gravemente ustionato una settimana fa, raggiunto dalle fiamme che lui stesso, assieme al compagno di cella, aveva appiccato per un’azione dimostrativa, che aveva causato anche altri feriti.