Jethro Tull, 50 anni di grande rock: a Brescia un concerto-evento

Il 29 marzo concerto al Dis_play Bixia Forum

Ian Anderson dei Jethro Tull

Ian Anderson dei Jethro Tull

Brescia, 26 marzo 2019 - Ultimi scampoli di cinquantennale per l’epopea Jethro Tull. Dopo i consensi incassati pure a Milano l’estate scorsa, Ian Anderson continua a celebrare l’avventura da 60 milioni di dischi venduti nel segno di “Aqualung”, “Locomotive breath”, “Thick as a brick” partita dal palcoscenico del Marquee Club di Londra nel febbraio 1968. Prossima tappa il 29 marzo a Brescia, davanti al pubblico del Dis_play Bixia Forum. «Ero convinto che non avrei fatto questo mestiere oltre i 35 anni e invece…», va ripetendo il settantunenne flautista scozzese, che in scena è affiancato da David Goodier, basso, John O’Hara, tastiere, Florian Opahle, chitarra, Scott Hammond, batteria, ma su e giù dal palco specifica che i festeggiamenti riguardano tutti e 36 i musicisti approdati alla sua corte in questo mezzo secolo di regno. Perché il rock è un lavoro duro e logorante, ma qualcuno lo deve pur fare.

«Il nome di Jethro Tull (celebre agronomo inglese del Settecento) divenne quello della band alla fine di gennaio ’68, ma erano già diversi mesi che giravamo l’Inghilterra suonando cover di musica blues», ricorda il musicista di Dunfermline. «Non ho mai pensato, però, che il nostro destino fosse nella black americana, così nell’estate del ’68 mi misi al lavoro su quello che sarebbe diventato “This was”, il primo album, con una scrittura molto più vicina al nostro mondo e alle nostre origini europee, lasciando poi che i Jethro Tull sviluppassero nel tempo una loro specifica forma di prog sulla scia di grandi gruppi come Yes, Emerson Lake & Palmer o Genesis». Il bilancio di una vita comprende una trentina di incisioni, tra album in studio e dal vivo, ed oltre tremila concerti. «Nello spettacolo provo a rappresentare tutte le stagioni della band così come ho fatto nel triplo cd antologico ’50 for 50’ dato alle stampe lo scorso anno», conclude. «Nel realizzarlo ho puntato su quattro canzoni di ciascuno dei 21 dischi in studio incisi finora e per poi scegliere le 50 della trackslist definitiva. È da quel repertorio che scelgo ogni sera i 18 brani da suonare».