Brescia e Bergamo all'Ucraina: "Il pianista filo-Putin Denis Matsuev non si esibirà"

I due Comuni accolgono la richiesta dell'ambasciatore di Kiev che chiedeva di annullare lo spettacolo nei teatri delle due città: "Rispetto per le vittime"

Una vecchia immagine di Denis Matsuev con Vladimir Putin

Una vecchia immagine di Denis Matsuev con Vladimir Putin

Brescia e Bergamo - Il pianista russo Daniel Matsuev, considerato molto vicino a Vladimir Putin, non potrà esibirsi al festival pianistico internazionale di Brescia e Bergamo: a chiedere di cancellare i due concerti dell’artista filoputiniano in programma il 25 maggio al teatro Grande di Brescia e il 27 al Donizetti di Bergamo era stato l’ambasciatore ucraino in Italia Yaroslav Melnyk, con una lettera ai sindaci delle due città chiedendo un ripensamento. Una nuova polemica dopo quella seguita all’annuncio del concerto di Matsuev e al teatro Carlo Felice di Genova il 29 maggio contro cui è partita una petizione online.

E la richiesta è stata accolta. Secondo l’ambasciatore che ha scritto ad Emilio Del Bono, Giorgio Gori ma anche ai direttori del teatro Grande Umberto Angelini, e del Donizetti Giorgio Berta, la decisione di far suonare Matsuev alla sessantesima edizione del festival, nell’anno di Bergamo Brescia capitale della Cultura, era «molto problematica e inappropriata dati i precedenti rapporti di Matsuev con il regime di Putin e la sua dubbia posizione in passato e durante l’attuale invasione russa dell’Ucraina». Non solo per la firma nel 2014 della lettera aperta di personalità della cultura russa (fra cui il direttore Valery Gergiev) pro Putin nel momento dell’invasione della Crimea ma anche per il sostegno successivo.

Gentile Signor Ambasciatore, hanno risposto i sindaci “diamo riscontro alla Sua richiesta di riconsiderare la scelta di invitare il pianista russo Denis Matsuev ad esibirsi nelle nostre città in occasione della prossima edizione del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo. Abbiamo valutato con attenzione quale decisione fosse giusto assumere, non certo perché sia in discussione il nostro netto sostegno alla causa del popolo ucraino, costretto a difendere la propria Patria dall’invasione russa, quanto perché riteniamo che la cultura, in quanto portatrice di valori di umanità e bellezza, dovrebbe poter godere di una libertà di espressione non condizionata dai conflitti che investono la sfera della politica“.

“Il caso di Denis Matsuev è però diverso. Abbiamo raccolto informazioni – a partire da quanto Lei stesso ci ha riferito – e riteniamo che il reiterato ed esplicito sostegno che Matsuev ha espresso nei confronti della politica di Putin, dall’invasione della Crimea alla modifica della Costituzione in vista dell’instaurazione di un regime autocratico, senza una minima presa di distanze dalla scelta di invadere il territorio ucraino, definiscano un profilo non più solo artistico, ma pienamente “politico” del pianista russo“.

“E’ del resto questa la ragione che ha indotto importanti teatri e festival di tutto il mondo – dalla Carnagie Hall di New York alla Konzerthaus di Vienna, dal Festival di Lucerna alla Municipal House di Praga – a cancellare le previste esibizioni di Matsuev. In segno di rispetto nei confronti delle sofferenze patìte dal popolo ucraino, al quale ci sentiamo più che mai vicini, abbiamo quindi chiesto alla Presidenza e alla Direzione artistica del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo di sospendere i concerti di Denis Matsuev che erano stati inseriti nel calendario 2023 della manifestazione.