FEDERICA PACELLA
Brescia

Nuovo ricorso contro la caccia e il calendario venatorio lombardo. Gli animalisti non mollano

Brescia, continua la battaglia legale fra associazioni e doppiette che si sposta al Consiglio di Stato. Regione nel mirino. Al centro della querelle c’è soprattutto la questione dell’articolo 9 della Costituzione

Tante le manifestazioni contro la revisione dei criteri sulla caccia, la battaglia sul calendario venatorio continua in sede legale dopo la sentenza del Tar

Tante le manifestazioni contro la revisione dei criteri sulla caccia, la battaglia sul calendario venatorio continua in sede legale dopo la sentenza del Tar

Brescia, 8 novembre 2024 –  Continua la battaglia legale tra il mondo animalista e quello venatorio. Lac, Wwf, Lipu, Lndc Animal Protection e Lav hanno presentato appello in Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar Lombardia sul calendario venatorio, che aveva riconosciuto piena legittimità confermando chiusure e giornate integrative previste in calendario. Ora riparte il baccio di ferro, con le associazioni che, attraverso l’appello, chiedono in via cautelare di sospendere la caccia su tutto il territorio e comunque di anticipare le chiusure di sassello e cesena, della beccaccia, di tutti gli anatidi, rallidi, scolopacidi e limicoli.

Per le associazioni animaliste, “Regione Lombardia ha approvato il calendario venatorio, composto da un elevato numero di documenti diversi ed oltre 160 pagine che devono regolare 3 specie, date e quantitativi massimi di animali che possono essere abbattuti nel territorio regionale. Gli atti, al solito, non tengono in doverosa considerazione le esigenze di tutela della fauna e, in tale prospettiva, neppure perciò dell’articolato parere Ispra emesso”. Al centro della querelle c’è anche e soprattutto la questione dell’articolo 9 comma 3 della Costituzione, introdotto nel 2022, secondo il quale “la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. “Uno degli effetti della costituzionalizzazione (ad oggi del tutto ignorata) della regola – spiegano gli animalisti - che impone la tutela degli animali consiste, perciò, nell’esigenza che l’ordinamento, e nel caso in esame la normativa, statale e regionale, che autorizza la caccia deve oggi misurarsi con il nuovo principio costituzionale, rispetto al quale occorre sia accertato se la normativa sulla caccia attuale sia conforme al dettato della Carta”. Nella sua sentenza, il Tar lombardo aveva scritto che la norma costituzionale “appare di carattere programmatico”. Nel ricorso, le associazioni ribattono punto per punto a fronte a un numero di doppiette in calo. Nella sola Lombardia, se ne sono “perse“ 26mila in 12 anni.