Timken, vertenza al capolinea: l’azienda conferma la chiusura

Brescia, la multinazionale ribadisce su più tavoli la volontà di andarsene e procedere ai licenziamenti

Protesta dei lavoratori alla Timken

Protesta dei lavoratori alla Timken

Villa Carcina (Brescia) - Si affievoliscono le speranze per i lavoratori della Timken di Villa Carcina, in provincia di Brescia. La multinazionale statunitense proprietaria dello stabilimento triumplino che produce cuscinetti, infatti, nelle scorse ore ha incontrato i sindacalisti della Fiom, l’Rsu aziendale, il sindaco di Villa Carcina, Moris Cadei, il presidente della Comunità Montana di Valle Trompia Massimo Ottelli, il consigliere provinciale Antonio Bazzani e il capo della conferenza dei sindaci della Valtrompia Gianmaria Giraurdini.

Dall’incontro è emerso che per il 106 dipendenti dell’azienda del settore automotive non vi sarebbe alcuna prospettiva: la multinazionale ha ribadito che ricorrerà alla cassa integrazione straordinaria in deroga e poi, tra un anno, provvederà a serrare i battenti e smantellare l’impianto. Una volontà espressa anche in un vertice che si è tenuto al Ministero dello Sviluppo Economico, a Roma. Alcuni dipendenti potrebbero ricevere una proposta di trasferimento, ma in una delle sedi estere del gruppo. Cosa che non interessa a nessuno, dato che qui è impiegato personale valtrumplino, o che in Valtrompia risiede e lavora da anni e che non ha la possibilità di spostarsi. Per la Timken erano presenti all’incontro il direttore europeo: il belga Andy Dillon e il direttore dello stabilimento Francesco Contolini.

"L’intervento di Andy Dillon è durato tre minuti esatti: quelli serviti a dire che nessuna delle nostre proposte è stata accettata e che l’azienda chiuderà – spiega Antonio Ghirardi, segretario provinciale della Fiom – La volontà della multinazionale è chiudere la sede bresciana e delocalizzare. Noi non riteniamo la richiesta di cassa straordinaria in deroga equa – ha aggiunto –, poiché la Timken non è in crisi. Hanno sempre sostenuto che non ci fossero difficoltà e che la priorità fosse la cura del cliente. Ma non ci arrendiamo: il nostro obiettivo è continuare a proporre e trovare soluzioni alternative".In queste ore l’azienda sta aprendo la procedura per il licenziamento collettivo e scatteranno 75 giorni entro cui le parti potranno trovare un accordo. Intanto continuerà il presidio permanente dei lavoratori, mentre i sindacati sono pronti a chiedere un incontro entro una settimana.