Il teleriscaldamento? E' più caro del gas. Interviene il Garante: le tariffe vanno riviste

Le conclusioni dell’indagine: prezzi troppo alti e aumenti ingiustificati per gli impanti con fonti alternative

Brescia, 17 novembre 2022 - Il teleriscaldamento? I prezzi sono aumentati più di quanto non sia cresciuto il gas, tanto che ora si pensa di modificare la formula per il calcolo della tariffa. A questa conclusione è giunta Arera, Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, che ha chiuso nei giorni scorsi l’indagine avviata a marzo per chiarire le modalità di applicazione delle tariffe dei gestori italiani delle reti di teleriscaldamento. Il 28 e 29 novembre sono programmate le audizioni dei portatori di interesse, a cui parteciperà anche Legambiente Brescia che ha già sollevato la questione sul caso specifico cittadino attraverso una petizione, su cui oggi si esprimerà la commissione Ambiente e Bilancio del Comune di Brescia. A rafforzare la posizione dell’associazione, c’è l’esito dell’indagine di Arera, che ha riguardato tutto il sistema del teleriscaldamento (che in Lombardia riguarda circa 160 Comuni), rilevando due criticità.

La prima è di natura economica: "I prezzi applicati dagli esercenti del servizio di teleriscaldamento sono risultati in genere superiori al costo di erogazione di un servizio equivalente tramite caldaia a gas". Cosa è accaduto? Nonostante ci sia un’unica formula di calcolo delle tariffe, le tariffe sono molto diverse, dai sette centesimi kilowatt oraha ai 311, perché i gestori non usano il prezzo del gas indicato da Arera per il mercato tutelato, ma prendono altri riferimenti, compreso quello del mercato ‘pazzo’ di Amsterdam. Considerando i parametri di Arera, la tariffa del teleriscaldamento (fino all’1 ottobre) non avrebbe dovuto superare i 150 centesimi kilowatt ora (136 senza Iva), mentre il prezzo medio applicato è stato di circa 0,18/0,19 euro kilowatt ora (+36%), con casi limite come quello di Castegnato (nel Bresciano), dove si è arrivati addirittura a 0,26, tanto che i cittadini si sono organizzati in un comitato.

La seconda criticità riguarda le reti alimentate da termoutilizzatori che usano anche fonti diverse dal gas, come i rifiuti, per generare calore (è il caso di Brescia, ndr). "Arera evidenzia che all’incremento dei ricavi non è seguita una corrispondente crescita dei costi variabili di produzione. Come sostiene Arera – conclude Danilo Scaramella, presidente di Legambiente Brescia – riteniamo che sia fondamentale che una quota dei benefici vada ora ridistribuita agli utenti con un significativo abbassamento delle tariffe".