Agricoltura, la Lombardia sperimenterà per prima le Tea. Cosa sono e in cosa sono diversi dagli Ogm

Tecniche di evoluzione assistita, la Regione con Confagricoltura: "Convocata una task-force di scienziati per mettere in campo un’iniziativa sicura”

L'incontro organizzato da Confagricoltura

L'incontro organizzato da Confagricoltura

Brescia – Modificare la genetica delle colture, per migliorarle, non sarà più un tabù: la Lombardia sarà anzi la prima regione in Italia a sperimentare le Tea, Tecniche di evoluzione assistita. Questo, per lo meno, è l’intento comunicato dall’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi a Confagricoltura Brescia, durante l’incontro con il consiglio che si è svolto in Castello.

Il brain storming

"Già la prossima settimana – ha spiegato Beduschi – ho convocato una task force di scienziati che dovranno dirci come e quando possiamo mettere in campo una sperimentazione sicura. Siamo fortemente convinti che le Tea siano il futuro di un comparto che ama innovarsi, non resistente sui privilegi del passato e che capisce che è il momento di cambiare, con supporto di scienza, tecnologia ed istituzioni, che crede in queste forme di conoscenza che le appoggerà fin da subito sul campo".

L’associazione

Un’apertura che Confagricoltura aspettava da tempo: già in passato l’associazione di categoria si era espressa a favore degli Ogm, utilizzati in tutto il mondo ma non in Italia (dove però arrivano con l’importazione), per poter abbattere l’uso di fitofarmaci e avere colture più residenti.

Le Tea, va detto, sono cosa diversa dagli Ogm (che restano vietati): questi ultimi prevedono che nel genoma originario siano inseriti geni provenienti da altre specie (piante, animali o batteri), mentre le Tea consentono la modifica endogena del genoma, “ricombinando” i geni della stessa pianta.

La possibilità di sperimentare in campo le Tea fino al 31 dicembre 2024 è stata prevista da una norma da poco approvata dal Parlamento italiano, mentre il Parlamento europeo avvierà il percorso per rivedere la direttiva sugli Ogm, distinguendo le Tea da questi ultimi. A fronte di questa evoluzione del quadro normativo, la Lombardia punta quindi ad essere la prima a fare la sperimentazione sul campo.

Il metodo scientifico

“Una scelta coraggiosa – commenta Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia – noi da anni spingiamo sul metodo scientifico che è l’unico per coniugare la qualità dei nostri prodotti con ciò che il mercato ci chiede, trasformando l’agricoltura in un modello sostenibile".

I vantaggi? Aver colture più resistenti alla siccità, tanto per cominciare. Non un tema banale: dopo l’anno della grande sete (il 2022) molti agricoltori hanno ad esempio sostituito il mais con frumento o cereali autunno-vernini, aumentando però la vulnerabilità rispetto alle dinamiche internazionali che pesano sulle importazioni (ciò che sta accadendo con la guerra in Ucraina ne è la dimostrazione plastica).

Inoltre, gli agricoltori sottolineano come avere piante più resistenti a funghi e batteri significhi anche ridurre l’uso di fitofarmaci. "Negli Stati Uniti – sottolinea Garbelli – con le Tea è stato prodotto un grano che ha pari resa, ma alto un metro, altezza ideale per resistere agli eventi estremi che sempre più si abbattono anche sui nostri campi".