Fracassi, la villa all’asta con perizia troppo bassa

Svista sventata dal noto stilista

La villa

La villa

Brescia, 26 febbraio 2017 - Un palazzo antico nel cuore di Brescia che sta per essere battuto all’asta a un prezzo irrisorio per una “svista”. Una perizia sbagliata per ragioni misteriose. E al centro Adriano Fracassi, stilista e vulcanico proprietario di negozi di abbigliamento. La vittima del giallo è lui, costretto all’espropriazione forzata della dimora in cui vive con la moglie dal 1988, in via Martinengo da Barco 7. Un “museo” a 4 piani, con un parco di 500 metri quadri, edificato in parte nel XV secolo e in parte nel XVIII, che è un tripudio di affreschi, fontane, mobili antichi, stucchi e decorazioni (opera dallo scenografo Eric Job). Ebbene, tradito da ex soci e schiacciato dai debiti, qualche anno fa Fracassi finisce nel buco nero dei pignoramenti. Perde una villa del ‘700 a Toscolano. E perde il palazzo del centro.

«Colpa di un mutuo con Antonveneta – dice Fracassi, passione per ago e filo da tre generazioni, primo negozio in via Einaudi nel 1969 – Non sono riuscito a pagare la rata mensile di 13mila euro, le fideiussioni sono sparite». Passa poco e Adriano&Sons va a rotoli, così come altri progetti, tra cui uno store in piazza Vittoria abortito prima di nascere. Insomma, la dimora di via Martinengo va all’asta e secondo il perito del tribunale vale un milione e 497mila euro. «Solo il mio guardaroba ne costa 100mila», sbotta Fracassi, che chiede aiuto all’avvocato Biagio Riccio, SDL di Mazzano.

Il legale sente puzza di speculazione. Fa ristimare l’immobile e l’architetto Fabrizia Guerini lo valuta 6,6 milioni,. Poi fa istanza al tribunale perché l’asta sia bloccata per «evidenti errori nella Ctu». Morale: il giudice gli dà ragione, ordina di ripetere la stima e la base d’incanto – fissato a settembre - sale a 4 milioni e mezzo. «Quel geometra non aveva riconosciuto le opere di Job né aveva fatto foto nel palazzo – spiega Riccio – Come è stata possibile una sottovalutazione così eclatante?» Un’idea il legale ce l’ha: «Quel che è successo a Fracassi non è casuale, accade pure alle povere famiglie. Il mondo delle aste pullula di sciacalli. La vendita di beni a prezzi irrisori genera un mercato parallelo in cui spesso gli istituti di credito incamerano beni che rivendono al triplo, lucrando pure sulla concessione di mutui».