FEDERICA PACELLA
Cronaca

Via libera alla fonderia: "Ci inquinerà la vita"

Per Ats e Provincia non serve la valutazione di impatto ambientale del nuovo impianto a Ponte San Marco, cittadini sul piede di guerra

di Federica Pacella

Mentre è ancora in corso la vicenda Wte, messa sotto sequestro per lo spandimento gessi da defecazione non adeguatamente trattati, nuove ombre agitano i cittadini di Calcinato, in particolare il comitato che da anni si batte per denunciare il degrado ambientale. Nei giorni scorsi, infatti, la Provincia ha valutato la non assoggettabilità alla Via (Valutazione di impatto ambientale) per il progetto proposto dalla Cidneo Metallurgica Spa, a Ponte San Marco, per la realizzazione di un nuovo insediamento produttivo di fusione di metalli non ferrosi per la produzione di billette in leghe di rame, a partire da rifiuti metallici non ferrosi e non pericolosi per una capacità produttiva di 120 tonnellate al giorno.

Nel corso dell’iter di valutazione dell’istanza, presentata nel 2019, l’azienda ha presentato documentazione sulla valutazione degli impatti sulla salute, che Ats ha esaminato, concludendo che, in relazione anche alla ridotta intensità abitativa della zona interessata dal progetto, la nuova installazione potesse non essere assoggettata a Via. E lo stesso, di conseguenza, ha fatto la Provincia.

Per l’associazione Ambiente Futuro Lombardia e il Comitato Cittadini Calcinato, impegnati in questi giorni in conferenze itineranti tra le istituzioni a vario titolo competenti a rilasciare le autorizzazione per la Wte, si tratta comunque di una beffa. Il contesto in cui si andrebbe ad inserire l’impianto, infatti, è stato riconosciuto come particolarmente compromesso, tanto che pochi mesi fa era stato bocciato l’impianto Forsu che A2A avrebbe voluto realizzare a Bedizzole (al confine con Calcinato, da poco ripresentato) perché, pur trattandosi di un progetto di economia circolare, si sarebbe inserito in un ambiente contrassegnato da criticità e attività ad alta pressione ambientale. "La Cidneo nel marzo 2021 si è unita all’adiacente San Marco metallurgica – ricostruiscono gli attivisti – creando uno dei maggiori poli italiani per la produzione di ottone, ma inserendosi in un contesto saturo di attività antropiche squalificanti e pericolose per l’ambiente in cui viviamo, lavoriamo, respiriamo. Le industrie metallurgiche sono pesanti fonti di gas serra e particolato sottile, già riconosciuto estremamente dannoso per la salute umana. In particolare l’industria dell’ottone è fonte di anidride solforosa e ossidi di azoto, oltre che di particolato".

Il Comitato di Calcinato, guidato da Laura Corsini, non nasconde la delusione per non essere stato informato direttamente dal Comune che ha partecipato all’iter "senza chiedere appoggio ai comitati locali confermando sempre con i fatti la mancata volontà di condividere con i cittadini i problemi ambientali". Le due associazioni presenteranno le loro osservazioni, motivando nelle sedi opportune la contrarietà. "Ci chiediamo – concludono – come la Provincia abbia deciso di non assoggettare a Via, quando conosce benissimo la situazione ambientale del territorio di Calcinato e dei paesi a confine. Chiederemo a breve l’ennesimo incontro con Ats ed Arpa per ribadire loro che i cittadini adesso non ne possono più".