Covid, a Brescia il “prototipo” della variante inglese: "In Italia almeno da agosto"

Il team del professor Caruso l’ha individuato in novembre per poi ritrovarlo identico nei prelievi dell’estate scorsa

Continua senza sosta l'attività di ricerca

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Brescia, 29 dicembre 2020 - Il “prototipo” della variante inglese del Covid-19 circola in Italia "almeno da agosto, se non da prima". È la scoperta effettuata dal team del professor Arnaldo Caruso, della Asst Spedali Civili di Brescia, che ha isolato il virus cambiato in un paziente asintomatico e positivo per molti mesi. Caruso ha spiegato che la variante è stata individuata in un campione prelevato al paziente a novembre, "poi a ritroso abbiamo ricostruito la sua storia e abbiamo ritrovato la stessa variante nei prelievi di agosto". Caruso, che all’Università di Brescia insegna microbiologia pediatrica, ha sottolineato che "non si tratta esattamente della stessa variante individuata in Inghilterra, ma è simile e con qualche mutazione in meno. Di fatto – ha detto – è un suo prototipo che circola in Italia dai primi di agosto. Potrebbe essere la variante-mamma, ma non possiamo dirlo con certezza perché bisognerebbe fare il tracciamento di tutte le forme intermedie".

La scoperta a Brescia è stata fatta in questi giorni e, sottolinea il docente, "per ora non è stato possibile effettuare altre analisi in Italia". Sapere che il Covid-19 può mutare, ha ripetuto più volte Caruso, non deve far temere per la validità del vaccino studiato in questi mesi dalle case farmaceutiche: "Non abbiamo niente da temere da queste mutazioni – ha spiegato – ma il futuro possiamo conoscerlo solo sequenziando il virus in maniera quotidiana. Così potremo tenere sotto controllo la sua evoluzione e potremo prevenire meglio eventuali cambiamenti, prima che una variante sfugga". Dalla ricerca bresciana, insomma, non deve arrivare "un messaggio di paura: sappiamo che il virus sta mutando e bisogna fare attenzione per non trovarci impreparati", ha evidenziato il ricercatore. Non si sa ancora come si può comportare il virus in questa variante, se sia più veloce o più aggressivo. "Sappiamo – ha chiosato Caruso – che può resistere a lungo in un paziente asintomatico con un’alta carica virale. Il virus muta e non dobbiamo guardare fuori casa, perché la variante che precede quella inglese l’avevamo qui da noi ai primi di agosto se non prima".