Uccise la ex con 16 martellate. La Corte d’assise d’appello ha confermato l’ergastolo

Brescia, la morte di Elena Casanova per mano di Ezio Galesi .

Uccise la ex con 16 martellate. La Corte d’assise d’appello ha confermato l’ergastolo

Uccise la ex con 16 martellate. La Corte d’assise d’appello ha confermato l’ergastolo

La sera del 20 ottobre 2021 Ezio Galesi attese che la ex, Elena Casanova, 47 anni, rincasasse in auto, la estrasse a forza dalla macchina e le sfondò il cranio con 16 martellate. Anche per la Corte d’assise d’appello merita l’ergastolo. I giudici di secondo grado ieri dopo una camera di consiglio flash hanno confermato la condanna a vita emessa lo scorso gennaio. Non hanno concesso sconti all’operaio, riconosciuto colpevole di omicidio aggravato dalla crudeltà e dal vicolo affettivo con la vittima, di porto abusivo di oggetti atti a offendere e di calunnia. "Ho uccisa Elena perché mi stressava. Il cervello mi era partito - aveva ammesso in aula nel corso del primo processo il sessantenne - Le ho tagliato la strada in auto. Mi spiace, ho rovinato la mia vita e quella dei miei figli, ma se tornassi indietro prenderei un mitra e sparerei pure ad altre 3-4 persone". Galesi aveva conosciuto Elena, operaia a sua volta e mamma di una ragazza oggi ventenne, una cena degli alpini nel 2016. I due si erano frequentati per qualche anno e in occasione del lockdown avevano anche avuto un breve convivenza a casa della vittima. Reo confesso, l’uomo ha sempre negato il movente sentimentale (‘Eravamo solo amici, non fidanzati’) contestato dall’accusa, sostenendo che a originare la sua rabbia fosse stato un presunto debito non saldato di qualche centinaia di euro dalla ex per qualche lavoretto eseguito nel suo giardino. La difesa, rappresentata dall’avvocato Oscar Bresciani, si era giocata la carta dell’incapacità di intendere e di volere, ma il perito Giacomo Filippini ha ritenuto l’imputato lucido, allora e oggi. ‘Qui c’è un un uomo che non è riuscito a superare la fine della relazione e ha scagliato la sua ira contro la ex, un triste copione ormai - aveva sostenuto il pm Carlo Pappalardo - Galesi ha pure cercato di screditare Elena con chiacchiere di paese (inviando lettere anonime nelle quali la accusava di essere in un giro di fatture false, accuse mai provate, ndr)’. I due si erano incontrati all’Obi di Roncadelle poco prima dell’omicidio, lui l’avrebbe vista sorridere e gli è scattata una molla. E’ tornato a casa, ha preso un martello da 48 centimetri, ha raggiunto la casa di Elena e le ha teso l’agguato. Ha infranto il finestrino della sua macchina, ha aperto la portiera, l’ha trascinata a terra e l’ha colpita. Elena si è difesa e ha agonizzato una decina di minuti’. Il difensore sperava in un ridimensionamento della pena, evidenziando la tesi del raptus e l’assenza a suo dire non solo della premeditazione, ma anche della crudeltà. Ma la Corte ha decretato nuovamente l’ergastolo. Beatrice Raspa