Uccisa dai pitbull, "cani buoni"

La piccola Victoria sbranata a 13 mesi. Accolta la tesi della difesa: "Evento imprevedibile"

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di Beatrice Raspa

Assolti perché “il fatto non costituisce reato“, ma con formula dubitativa. È la sentenza emessa dal giudice Maria Chiara Minazzato nei confronti dei genitori e del nonno paterno di Victoria Zikaj, la bimba di 13 mesi che il 17 settembre 2017 fu sbranata dai due pitbull di famiglia. Omicidio colposo e omessa sorveglianza di animali erano le accuse mosse a Egi Zikaj, di origine albanese, 32 anni, e Olga De Luca, 29 anni, i genitori della piccola, e appunto al nonno Hasan Zikaj.

Fu proprio il nonno, rimasto in casa da solo nell’abitazione di Flero con Victoria - la mamma era uscita per fare la spesa, il papà era in Germania per lavoro - quella sera ad accorgersi del dramma: aveva lasciato la nipotina che dormiva, ma un attimo dopo la trovò con addosso Maia e Phenix, in giardino, straziata. Per il pm Roberta Panico quel povero nonno andava assolto perché i pitbull non erano suoi e non li aveva mai gestiti. La madre e il padre invece avrebbero meritato una condanna a sei mesi. "Il nodo era appurare la prevedibilità dell’evento e questi cani per natura sono imprevedibili, così come lo sono i bambini – ha concluso il magistrato –. È sconcertante che la preoccupazione dei genitori anziché nei confronti dell’incolumità della figlia fosse tutta rivolta verso di loro che pure in passato avevano aggredito altri animali. Non fu mai fatta denuncia per evitare che fossero allontanati da Ats. Una circostanza che avrebbe imposto grande prudenza, così come l’avrebbe imposta la taglia di questi molossoidi, animali di 40 chili, muscolarmente impegnativi, una caratteristica di oggettiva pericolosità in presenza di una bimba".

Al contrario per l’avvocato Patrizia Scalvi, che assisteva gli imputati, non si poteva "considerare quei poveri genitori sciagurati solo per la dimensione dei cani scelti". "Il nostro consulente, un docente universitario, ha chiarito che i cani di questa razza sono adatti alla pet therapy e ai bambini perché sono affettuosi – ha arringato –. A tutti noi la vicenda di Victoria suscita rabbia ma serve un approccio non emotivo per valutare il contesto e la responsabilità di questa madre e questo padre comunque già condannati a vita. Per non dire del nonno tuttora in cura psicologica. L’evento era imprevedibile, i pitbull erano cresciuti con Victoria, non avevano mai dato segni di aggressività verso le persone e in astratto erano buoni, si facevano accarezzare dagli amici e andavano regolarmente al parco. Quel che è accaduto con loro poteva capitare con qualsiasi cane".