
Millantava agganci nelle banche per sanare i conti “in rosso”
PALAZZOLO SULL’OGLIO (Brescia)
La sua fortuna l’avrebbe fatta sulla pelle degli imprenditori in crisi di liquidità e affondati dai debiti, ai quali si presentava ben vestito, su auto potenti e con una proposta allettante: agevolarli nelle condizioni di pagamento del “rosso“ grazie alle sue molteplici conoscenze presso gli istituti bancari, aiutandoli a pagare meno, il tutto in cambio di una provvigione. Peccato fosse una truffa. A inventarsela stando alla procura e alla finanza è stato Stefano Belotti, 54enne di Palazzolo, sedicente broker finito ai domiciliari nell’ambito di un’inchiesta sfociata anche in un’interdittiva di 9 mesi per un avvocato civilista del Foro di Brescia, Stefano Orlandi, presunto complice in un episodio di falsificazione di documenti. Truffe, sostituzioni di persona, tentata estorsione sono alcuni dei reati contestati a Belotti, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, accusato anche di indossare una finta uniforme da generale dell’Esercito per ottenere benefici (in un caso per esempio i pass gratuiti per la Mille Miglia).
L’indagine, condotta dal pm Claudia Moregola con il Nucleo di polizia economico finanziario delle Fiamme gialle e i colleghi della compagnia di Desenzano ha preso le mosse da decine di denunce da parte di imprenditori. Tramite la sua società di consulenza, la VCB&Partners (fallita, ndr) Belotti si sarebbe accreditato presso le vittime come intermediario con le banche. Le sue “entrature“ gli avrebbero consentito di accollarsi il debito dei malcapitati, saldando al posto loro in anticipo con gli istituti di credito. In cambio di una provvigione, gli indebitati avrebbero poi potuto rifonderlo con calma, e con un forte sconto. Il giochetto avrebbe consentito a Belotti di appropriarsi in 5 anni di circa un milione di euro. Solo per tre casi di 365mila euro. Il tesoretto sarebbe stato da lui investito in auto di lusso, borse griffate - con una predilezione per il brand Louis Vitton - Rolex e conti esteri, in Germania, Lussemburgo, Lituania. Risultato: il gip ha disposto un sequestro preventivo per 435mila euro (pari ai presunti proventi per autoriciclaggio, ma il perimetro potrebbe essere esteso perché l’indagine prosegue ) e la Finanza ha apposto i sigilli a due Audi (A6 e Q8), due lingotti d’oro, borse, una moto, 18mila euro in contanti. Beatrice Raspa