Truffa dei “certificati bianchi” a Brescia: sequestrati quattro milioni di euro

L’indagine riguarda una presunta truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio, auto-riciclaggio, nel settore dell'efficientamento energetico

L'operazione della Guardia di Finanza (foto di archivio)

L'operazione della Guardia di Finanza (foto di archivio)

Brescia, 24 maggio 2024 – Un sequestro preventivo da quasi quattro milioni di euro. lo hanno eseguito i finanzieri del Comando Provinciale di Brescia, nei giorni scorsi, nell’ambito di un’indagine per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio, auto-riciclaggio, nel settore dell'efficientamento energetico

Il provvedimento di sequestro preventivo di 3.996.121,28 euro è stato emesso dal Gip del Tribunale di Brescia. L'inchiesta è stata avviata nel 2022 dalla Tenenza di Salò e coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia e ha consentito di svelare l'esistenza di una presunta estesa truffa posta in essere da una società con base nella provincia di Brescia, imperniata intorno al meccanismo dei cosiddetti ''certificati bianchi'' (Titoli di Efficienza Energetica), principale strumento di promozione dell'efficienza energetica in Italia, introdotto nel nostro ordinamento a partire dal 2005.

Cosa sono i certificati bianchi

Alla base del meccanismo vi è l'obbligo, da parte delle aziende distributrici di energia elettrica e gas con più di 50mila clienti finali, di conseguire annualmente determinati obiettivi di risparmio energetico. Esse possono assolvere al proprio obbligo realizzando progetti di efficienza energetica che diano diritto ai ''certificati bianchi'',oppure acquistando i certificati stessi da altri operatori del settore, le cosiddette Energy Service Company (E.S.Co.), che scelgono volontariamente di realizzare progetti di riduzione dei consumi negli usi finali di energia. Il Gestore dei Servizi Energetici S.p.a. (GSE), società a partecipazione pubblica, riconosce sia alle aziende distributrici, sia alle E.S.Co. un controvalore in certificati in misura corrispondente al risparmio di energia derivante dagli interventi realizzati. I certificati sono poi liberamente scambiabili sul mercato dei Titoli di Efficienza Energetica a cura del Gestore dei Mercati Energetici S.p.a. (GME). L'entità del contributo pubblico erogato è parametrato al valore di mercato dei ''certificati bianchi'' scambiati e viene finanziato da tutta la collettività, attraverso i prelievi operati sulle bollette energetiche alla voce ''oneri di sistema''.

L’indagine

L’indagine, concentrata nei confronti di una società bresciana avente la qualifica di E.S.- Co. Secondo gli inquirenti, il meccanismo fraudolento si sarebbe articolato in tre fasi: -la società bresciana presentava al G.S.E. documentazione comprovante la realizzazione di progetti relativi a lavori di efficientamento energetico rivelatisi fittizi realizzata in Lombardia (provincia di Brescia), Piemonte (provincie di Torino, Alessandria, Novara, Vercelli) e Liguria (provincia di Savona); sulla base della documentazione presentata al G.S.E., la società E.S.Co. otteneva l’assegnazione di 18.904 “certificati bianchi”, successivamente posti sul mercato gestito dal G.M.E. e quindi monetizzati per circa 4.000.000 di euro; l’amministratore della società ES.C.o. procedeva, infine, a trasferire il denaro ottenuto su propri conti correnti, oppure su quelli intestati a soggetti terzi a lui collegati. Il profitto della truffa, nella fase d’indagine attualmente in corso, è stato quantificato in euro 3.996.121,28, importo oggetto di ulteriore segnalazione, per danno erariale, alla competente Procura Regionale della Corte dei Conti, segno della collaborazione della Guardia di Finanza con la Giustizia penale e contabile.