
Non ce l’ha fatta la custode della ditta Ondapack di Castenedolo. Marina Bassi aveva sessantadue anni
CASTENEDOLO (Brescia)
Muore a distanza di sette giorni dall’incidente. Non ce l’ha fatta Marina Bassi, la sessantunenne di Castenedolo rimasta coinvolta la notte tra giovedì 12 settembre e il giorno seguente in un tragico infortunio nell’azienda dove lavorava come custode, la Ondapack, ditta che occupa di stampa e confezioni. La donna, che viveva in un appartamento all’interno del perimetro della ditta in via Monte Pasubio, poco prima dell’alba, intorno alle quattro, è stata schiacciata dal grosso cancello d’ingresso uscito improvvisamente dalla guida.
Per ragioni in corso di accertamento la custode, forse per ovviare al guasto, stava cercando di chiudere manualmente il pesante manufatto quando è stata travolta dallo stesso, deragliato dai binari e crollato a terra di schianto. I soccorritori l’hanno trovata esanime, in stato di incoscienza. Trasportata in codice rosso all’Ospedale Civile, Marina Bassi non si è più ripresa e nelle scorse ore ha smesso di vivere. Lascia il marito, quattro figli e gli amati cani. È la ventisettesima vittima sul lavoro in provincia di Brescia nel 2024. La quarta in poco più di una settimana.
Una sequenza inquietante. Sabato scorso alla Damioli di Darfo, in Valcamonica, è deceduto Riccardo Gozzi, 49 anni, di Niardo. L’uomo faceva manutenzione al sottotetto di un capannone, in piedi in un cestello sollevato da un braccio elevatore, quando è caduto all’esterno, ha fatto un volo di otto metri e si è schiantato a terra. Il giovedì precedente a perdere la vita era stato Stefano Del Barba, 55enne di Paderno Franciacorta, schiacciato da un sacco di materiale plastico che stava svuotando alla Bettoni Plastiche di Torbole Casaglia. E ancora, sabato 7 settembre si era registrata la morte di Alberto Tedeschi, 51enne imprenditore edile di Tignale (Alto Garda), travolto dalle solette di un vecchio casolare in corso di ristrutturazione.
Il segretario generale della Cgil di Brescia, Francesco Bertoli, è sconsolato. "Il dato più allarmante è che il fenomeno degli infortuni, fatta eccezione la parentesi del Covid, è ormai qualcosa di strutturale. Questo significa che le norme di sicurezza, obbligatorie per legge, non vengono fatte rispettare. E c’è una sorta di impunità. Spetta anzitutto alle imprese obbligare tutti al rispetto delle norme di sicurezza e mettere in atto tutti gli strumenti a disposizione per prevenire il rischio. Tutti, lavoratori compresi, devono avere un’adeguata formazione sull’importanza del rispetto delle regole. Non possiamo affidarci solo ai controllori esterni, che sono pochi".
Beatrice Raspa