Strage di Erba, sconfitto il “partito” degli innocentisti. Da Tarfusser ad Azuz Marzouk, chi sono

Dal pool di difensori a Cuno Tarfusser tutti i convinti sostenitori della non colpevolezza di Rosa e Olindo

Il magistrato Cuno Tarfusser, Olindo Romano e Rosa Bazzi condannati all'ergastolo per la strage di Erba

Il magistrato Cuno Tarfusser, Olindo Romano e Rosa Bazzi condannati all'ergastolo per la strage di Erba

Brescia, 10 luglio 2024 – In principio furono i difensori. Fabio Schembri, Luisa Bordeaux, Nico Vincenzo D’Ascola e Patrizia Morello non si sono mai arresi, convinti che Rosa e Olindo non siano i veri responsabili della “mattanza” di Erba. Ma non sono riusciti a ottenere la revisione del processo. 

L'avvocato della difesa degli imputati  Fabio Schembri arriva in tribunale
L'avvocato della difesa degli imputati Fabio Schembri arriva in tribunale

Il pool

In questi 16 anni hanno sempre sostenuto che i loro assistiti non c’entrino nulla con la strage del condominio di via Diaz quando, l’11 dicembre 2006, vennero massacrati a colpi di spranga e coltello Raffaella Castagna, il suo bambino Youssef, di due anni, Paola Galli, madre di Raffaella, la vicina di casa Valeria Cherubini.

Quell’ergastolo a cui i due coniugi sono stati condannati per il pool di avvocati è un’ingiustizia. Di qui la richiesta di revisione dell’intero processo.

Il magistrato

Se però c’è un simbolo del partito degli “innocentisti” quello è Cuno Tarfusser, sostituto procuratore generale di Milano. È stato lui, nella primavera 2023, a depositare al procuratore generale Francesca Nanni e all'avvocato generale Lucilla Tontodonati una relazione, redatta sulla scorta dei nuovi elementi presentati dalla difesa per l'eventuale riapertura del caso sulla strage di Erba.  

In un atto di 58 pagine in possesso Tarfusser scrive che “in tutta coscienza, per amore di verità e di giustizia e per l'insopportabilità del pensiero che due persone, probabilmente vittime di errore giudiziario, stiano scontando l'ergastolo”.

Il caso è quindi riapprodato davanti alla Corte d'Appello di Brescia, su sollecitazione di tre istanze, una del sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser e due dei legali dei coniugi.

“Le Iene”

A cavalcare l’onda “innocentista” anche “Le Iene”, che proprio in quei giorni della primavera 2023 avevano ha mandato in onda un servizio nel quale si sosteneva apertamente la non colpevolezza dei coniugi. 

Una coincidenza che non era piaciuta ai fratelli Pietro e Beppe Castagna. “Un sostituto procuratore probabilmente condizionato dalla campagna mediatica assordante delle Iene, sembrerebbe abbia ritenuto di valutare la riapertura del caso”.

“Iceberg”

Due giorni prima dell’apertura del processo in Corte d’Appello Olindo Romano aveva affidato il suo messaggio in bottiglia a Iceberg, la trasmissione su Telelombardia in onda ogni giovedì sera. “Ho saputo della revisione telefonando a Rosa, lei era emozionatissima e anche io mi sono emozionato, non vedevo l’ora di rifare il processo. Noi ci aspettiamo che finalmente possa esserci un processo vero che con oggettività valuti le prove. Penso proprio che saremo in aula l’1 marzo. Voglio ringraziare il Procuratore generale di Milano Tarfusser che ci ha fatto riconquistare la fiducia nella giustizia. Speriamo che a Brescia ci siano magistrati che valutino con serenità tutte le anomalie di questa vicenda. A me e Rosa in questi anni è mancata la possibilità di stare insieme come facevamo prima, vogliamo solo quello".

Azouz Marzouk

Del partito dei convinti innocentisti fa certamente parte anche Azouz Marzouk. Il marito di Raffaella Castagna e padre di Youssef ha sempre presenziato alle udienze in tribunale a Brescia non nascondendo mai il proprio pensiero. “Non mi interessa se sia per spaccio o per altri motivi, l’importante è che si riapra il processo”, ha dichiarato nel giorno della prima udienza.