Stop alla cessione dei crediti L’allarme delle piccole imprese "Oltre diecimila sono a rischio"

Il Centro studio sintesi di Cna Lombardia ha fotografato l’effetto degli incentivi in regione. Il blocco deciso dal Governo potrebbe paralizzare non solo i privati ma anche gli enti locali

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di Roberto Canali

Un provvedimento che rischia di costare caro a oltre diecimila piccole e piccolissime imprese edili della Lombardia la decisione del governo di bloccare la cessione dei crediti superbonus.

A lanciare l’allarme è Cna Lombardia sulla base dell’analisi fornita dal Centro studio sintesi che ha fotografato l’effetto degli incentivi nella nostra regione: al 31 gennaio 2023 risultano avviati oltre 58mila interventi edilizi per valore di 11,4 miliardi di euro, opere ammesse alle quali vanno aggiunti altri 9 miliardi di euro relativi ai cantieri che si sono conclusi.

L’importo medio dei lavori ammessi in detrazione è di 195mila euro e a fine gennaio risulta completato il 79,3% degli interventi.

Il blocco della cessione dei crediti e dello sconto in fattura rischia di paralizzare non solo i privati, ma anche gli enti locali.

"In pochi giorni, purtroppo, abbiamo avuto due cattive notizie per il mondo imprenditoriale: l’approvazione della Direttiva europea sul divieto di immissione sul mercato europeo di autoveicoli nuovi a motore endotermico a partire dal 2035 e il divieto di cessione del credito in relazione ai bonus fiscali in edilizia – spiega Giovanni Bozzini, presidente Cna Lombardia (nella foto in basso) –. Prendiamo atto che il decisore pubblico adduce sul tema dello stop alla cessione dei crediti considerazioni legate alla sostenibilità dei conti pubblici. Ci permettiamo però di precisare che le imprese che si trovano nella drammatica situazione di detenere crediti incagliati hanno reso un servizio e lo hanno fatto in ossequio alle normative vigenti. Sarebbe a questo punto ora di rilanciare senza indugi un grande progetto di incentivazione all’installazione del fotovoltaico sui tetti dei capannoni delle nostre micro e piccole imprese. Noi non ci perdiamo d’animo, c’è molto molto da fare. Lo diciamo proprio pensando ai numeri che la Lombardia ha saputo fare anche in questa vicenda del superbonus: 58 mila interventi completati a fine gennaio, 8.200 asseverazioni negli ultimi tre mesi e un grado di completamento degli interventi pari al 79% contro una quota nazionale del 76,2%".

A pesare sulla ripresa economica della regione non vi è solo l’intricata situazione del superbonus, ma anche quella che riguarda i prezzi al consumo ancora troppo alti, con l’inflazione che si attesta al +11%. Sul fronte consumi la dinamica dei prezzi per i cittadini lombardi è guidata dal +53,2% dei beni energetici; a seguire di rilievo anche il +12,1% di alimentari e bevande, il +8,7% di servizi ricettivi e ristorazione, il +8,2% di mobili e beni per la casa, il +7% di trasporti e il +4,2% di spettacoli e cultura.

"Inoltre, seppur in chiave di relativa stabilizzazione, indicatori quali i tassi di interesse, l’inflazione, il costo dell’energia elettrica e del gas naturale restano una nostra costante preoccupazione – prosegue Bozzini –. Come abbiamo rilevato con il nostro Centro studi, l’economia è in lenta ripresa, con una tendenza molto positiva di export e investimenti e una, ad oggi ancora molto contratta, dei consumi. Ma è chiaro che questi costi fissi, come costo del denaro e bollette energetiche, costituiscono, in premessa, un autentico problema".