LUCA BALZAROTTI
Cronaca

Processo alle imprese, stipendi saltati e licenziamenti: in Lombardia una media di 61 ricorsi al giorno

Nel 2023 sono state aperte 22.428 pratiche negli uffici vertenze della Cgil. Crescono i fascicoli su irregolarità contrattuali e recupero crediti: restituiti 36,5 milioni

Un lavoratore (repertorio)

Un lavoratore (repertorio)

Stipendi non pagati e licenziamenti. Insieme all’assistenza alle dimissioni online sono le due motivazioni più ricorrenti che hanno spinto i lavoratori ad aprire una pratica legale tramite l’Ufficio vertenze della Cgil. In Lombardia, nel 2023, i contenziosi individuali sono stati 22.428. Una media di 61 casi al giorno. Rispetto all’anno precedente, il numero complessivo di pratiche è stabile (22.459 nel 2022). Sono cambiate invece le motivazioni.

Nel 2023 sono cresciute le richieste di recupero crediti: 4.647 pratiche, 631 in più del 2022. Solo i comprensori di Lodi (60 in meno) e della Valcamonica (-23) risultano in controtendenza. Stabili Sondrio e Como. Gli incrementi più rilevanti invece si registrano a Milano, Bergamo e in Brianza. Gli uffici lombardi hanno recuperato complessivamente credito per 36,7 milioni. Sui 4.647 fascicoli aperti, 3.250 sono per mancati pagamenti: mensilità non erogate o indennità come i Tfr.

Solo a Bergamo l’attività dell’Ufficio vertenze ha consentito di restituire ai lavoratori 4 milioni. "Il recupero del credito è un tipo di vertenza che esula spesso dall’andamento del mercato del lavoro, dallo stato di salute dell’economia o dalle scelte del legislatore – sottolinea Silvia Rivola, coordinatrice del gruppo Vertenze della Cgil di Bergamo –. Quello che invece vogliamo segnalare come segno dei tempi è il cambiamento dell’attività sulle pratiche per illegittimità del termine nei contratti a tempo determinato. Dalla scorsa estate, con il Decreto Lavoro, il legislatore ha scelto di lasciare maglie più larghe alle aziende che ricorrono ai contratti a termine. Dobbiamo capire come il contenzioso cambierà. Già molto era stato modificato dal Jobs Act nel 2015 e dal Decreto Dignità nel 2018. La politica ha deciso di lasciare mano sempre più libera ai datori di lavoro, così noi abbiamo a disposizione armi sempre più spuntate per difendere i lavoratori".

Le violazioni contrattuali rappresentano la seconda motivazione nei ricorsi: nel 2023 si contano 2.813 pratiche di cui 1.218 (40% circa) per licenziamenti considerati illegittimi. Rispetto all’anno precedente, si tratta di 397 casi in più. Sondrio è l’unico comprensorio a invertire il trend (da 18 a 12), mentre Mantova ha triplicato i numeri seppur bassi (da 7 a 23). Nei territori con valori assoluti più alti sono Brescia, Bergamo e Brianza a crescere di più. Stabile, invece, Lecco. Un capitolo a parte meritano le procedure concorsuali: qui rientrano liquidazioni giudiziali (gli “ex fallimenti“ superati dall’entrata in vigore del Codice della Crisi e dell’Insolvenza) e concordati preventivi. Nel 2023 gli uffici lombardi della Cgil hanno aperto per queste motivazioni 2.617 pratiche. Numeri ancora piccoli, destinati rapidamente a salire: il 2023 è stato il primo anno completo col nuovo Codice e gli effetti del carovita pesano sempre di più.