Insulti, schiaffi e frustate con il nastro alle baby atlete: tutte le accuse a Stefania Fogliata

Brescia, indagine chiuse sui maltrattamenti attribuiti alla istruttrice di ginnastica ritmica di Desenzano del Garda che si avvicina al processo. Per lei si è trattata di una “vendetta”

L'istruttrice Stefania Fogliata

L'istruttrice Stefania Fogliata

Calcinato (Brescia), 23 maggio 2023 – Si avvicina il processo per Stefania Fogliata, la trentenne istruttrice di ritmica finita sotto inchiesta lo scorso settembre per presunti maltrattamenti aggravati ai danni delle sue baby atlete. Il pm Alessio Bernardi, titolare del caso, ha chiuso l’indagine e a breve eserciterà l’azione penale. La professionista di Desenzano del Garda il 24 gennaio si era vista notificare la misura cautelare dell’interdittiva che per dodici mesi le vietava di allenare in tutte le palestre italiane. Un provvedimento al quale si è già aggiunta anche la prima condanna della giustizia sportiva, che ha squalificato la tecnica per dodici mesi e sospeso la sua società, l’Accademia Nemesi, per presunte violazioni al codice etico federale e di comportamento del Coni. Stando alla prospettazione accusatoria Fogliata, che fino a pochi mesi fa allenava in una palestra di Calcinato, dal 2017 in poi non avrebbe lesinato a molte delle sue ginnaste insulti, schiaffi, spintoni, frustate con il nastro, pressioni per ottenere patologici dimagrimenti, allenamenti ritorsivi, insulti, vessazio ni. Si sarebbe accanita in particolare con l’atleta di punta della squadra, a un passo dalla Nazionale e dalle Olimpiadi.

Sono dodici le parti offese individuate, tutte tra i 10 e i 14 anni - non solo bresciane -, quattro in più rispetto alle otto cristallizzate nell’ordinanza, che hanno calcato le pedane della ritmica ai massimi livelli e poi sono fuggite in massa dalla Nemesi (alcune hanno proprio abbandonato la ginnastica), senza contare chi sarebbe sprofondata nel tunnel dell’anoressia. I racconti delle piccole atlete, sentite dal magistrato in mezza Italia, da Genova ad Ancona, hanno confermato i dettagli emersi durante le prime fasi investigative. Per il gip, Francesca Grassani, le condotte maltrattanti sarebbero una ‘cifra’ costitutiva dello stile di allenamento della tecnica, descritta dalle denuncianti come una fuoriclasse dalle indiscusse capacità, ma con una personalità manipolatrice, ossessionata dalla perfezione e dalla bilancia in modo morboso. La bravura di Fogliata avrebbe indotto nelle ragazze, intrappolate dal desiderio di emergere e di non deludere, una sorta di soggezione psicologica supplementare. Dal canto suo l’allenatrice durante l’interrogatorio di garanzia si era difesa con forza. Le denunce a suo dire sono state il frutto di una ‘vendetta’ da parte di chi non sarebbe riuscita a raggiungere gli obiettivi agognati.