La Statale di Brescia, un ateneo modello

L’inaugurazione dell’Anno Accademico porta con sé tre nuovi corsi. "La nostra cifra è l’innovazione coniugata alla sostenibilità", dice il rettore

Un momento della cerimonia

Un momento della cerimonia

Brescia, 10 dicembre 2019 -  Altri tre nuovi corsi di laurea in cantiere per l’Università degli studi di Brescia. Dopo l’avvio di diversi percorsi quali Farmacia, Agricoltura sostenibile e Tecniche dell’edilizia, la Statale punta ad arricchire l’offerta formativa con tre nuove proposte di corsi di laurea appena approvati negli organi accademici ed ora in attesa dell’approvazione del Miur. Si tratta della triennale in Ingegneria delle tecnologie per l’impresa digitale e dei corsi di laurea magistrale in Economia sociale e imprese cooperative ed in Scienze giuridiche per l’innovazione.  "La cifra comune è l’innovazione, sia essa economica, che tecnica e giuridica, sempre coniugata alla sostenibilità ed in linea con le priorità 2019-2024 della nuova Commissione europea", ha spiegato il rettore Maurizio Tira, nel discorso di inaugurazione del nuovo anno accademico, che ha visto la presenza anche del ministro delle Pari opportunità Elena Bonetti.

Proprio l’apertura dei nuovi corsi, nel 2018-2019, ha portato un aumento significativo degli iscritti. "Gli immatricolati ‘puri’, coloro, cioè, che si immatricolano per la prima volta al sistema universitario italiano – spiega Tira - sono cresciuti del 15,61%. Il totale degli iscritti, non ancora definitivo, registra una crescita del 7,26%, pari a un migliaio di studenti in più. Per inciso, abbiamo confermato le stesse condizioni per l’immatricolazione, dallo sconto per chi ha uno o più fratelli frequentanti, alle misure di esonero per merito e necessità, all’esonero dalle tasse per chi consegue un punteggio pari a 100 alla maturità, indipendentemente dal reddito del nucleo famigliare".

Un merito riconosciuto anche dal rappresentante degli studenti Diego Bruno Vollero che, aprendo la cerimonia, ha invece criticato duramente la Regione Lombardia che ha destinato al diritto studio solo il 4% del fondo integrativo statale anziché il 40%, come da norma. "Lo scorso anno il 54% degli studenti idonei alla borsa di studio hanno corso il rischio di non ricevere nulla", ha sottolineato, riconoscendo all’università di aver coperto le borse di tutti.  "È vero che c’è un problema di risorse – ha replicato il ministro Bonetti – ma c’è l’impegno totale del governo, tanto che sono stati stanziati 32 milioni di euro in più per le borse di studio". Tra le novità dei prossimi mesi, l’ateneo conta di portar avanti il rapporto con le imprese del territorio. "Dopo l’avvio della sperimentazione di didattica in fabbrica – ha spiegato Tira – guardiamo adesso al modello delle Academy, frontiera dell’interazione università-impresa per ridurre il gap formativo professionalizzante".