Stagione irrigua finita, il Garda si risolleva

Il bilancio della gestione emergenziale. L’esperto: "Lavoro eccezionale con i consorzi, tradurremo in una norma questa buona esperienza"

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Stagione irrigua finita con due settimane d’anticipo nel Mantovano: da ieri lo scarico del Garda dall’edificio regolatore di Salionze si è stabilizzato a 15 m3s, invece dei 35 degli ultimi giorni e ben lontano dai 70 di giugno. Quanto al livello, il Benaco da inizio estate ha oscillato tra i 75 cm sopra lo zero idrometrico ai 27 cm di metà settembre, sotto la media del periodo ma comunque distante da anni peggiori come il 2003, il 2005, il 2015 o dalla grande siccità del 1922.

Secondo Filippo Gavazzoni, vicepresidente della Comunità del Garda (nonché studioso del lago), la crescita e la decrescita dei livelli, in realtà, non è nulla di eccezionale, perché il Garda può normalmente diminuire e alzare il suo livello velocemente per effetto del fenomeno Sessa, una specie di marea che fa salire (e poi scendere) il livello del lago di parecchi cm in pochi minuti. Il saliscendi non sembra aver impatto sull’ittiofauna.

"Quando nei primi anni ‘90 scomparve l’alborella, si diceva che era colpa della regimazione delle acque, ma la correlazione fu esclusa dagli studi fatti a riguardo. Altra cosa è il tema del riscaldamento delle acque, che accelera l’eutrofizzazione dei bacini idrici. Non è ancora il caso del Garda, ma col cambiamento climatico la tendenza per tutti i laghi è quella".

Di fatto, l’andamento 2022 dei livelli è stato nella norma, mentre per Gavazzoni è stato eccezionale il lavoro svolto da tutto il sistema, a monte e a valle. "Siamo partiti a inizio stagione irrigua con un deficit di precipitazioni e assenza di neve. I consorzi irrigui hanno fatto lo sforzo di usare lo stretto necessario, mentre il comparto Garda ha collaborato con loro trovando quando possibile un accordo sul risparmio. Adesso tradurremo in una norma tutta questa buona esperienza".

Ai consorzi mantovani è stata già chiesta la possibilità di creare un tavolo, che dovrebbe partire a ottobre, per rivedere le norme che regolano il deflusso del lago, risalenti al 1965. "Sono sorpassate dall’uso turistico, decuplicato rispetto a cinquant’anni fa, dai cambiamenti climatici e dall’uso idropotabile del lago, che sarà sempre più importante. Dobbiamo fare i conti con queste problematiche, creare nuova modalità di utilizzo del lago, partendo dall’esperienza di quest’anno: possiamo fare scuola anche per altri bacini che hanno patito pesantemente".

Federica Pacella