FEDERICA PACELLA
Cronaca

"Basta gare di numeri sulle vaccinazioni"

Il direttore di Asst Spedali Civili Lombardo: non deve esserci uno scontro su chi è più bravo, bisogna far circolare le informazioni

Massimo Lombardo, direttore generale di Asst Spedali Civili e, prima ancora, di Lodi

Brescia - "Basta gare di numeri sui vaccini: contro il virus la collaborazione è la strada vincente". Ne è convinto Massimo Lombardo, direttore generale di Asst Spedali Civili e, prima ancora, di quella di Lodi, la prima ad essere travolta dalla pandemia. "In quei primi giorni abbiamo subito capito che dovevamo mettere le informazioni a disposizione degli altri. Il virus abbatte i confini, non possiamo pensare di batterlo restando ciascuno nei propri. Non ci deve essere uno scontro su chi è più bravo: bisogna far circolare le informazioni".

Lombardo spiega che anche l’attuale modello usato nell’hub principale di Brescia, il Brixia Forum, è stato elaborato su modello di altri. Il primo hub, quello di via Morelli (che ora funziona per gli over – 80 ed i fragili), prevedeva che per ogni box vaccinale ci fossero insieme il medico per l’anamnesi e l’infermiere per la vaccinazione. "Chiaro che se l’anamnesi richiede più tempo, la linea è bloccata. Al Brixia Forum, invece, la fase di anamnesi è stata separata da quella dell’inoculazione. Questo consente di accelerare i tempi, soprattutto man mano che passeremo ai più giovani. Sono sicuro che arriveremo a 10-12 mila vaccini al giorno". Sempre che le dosi arrivino. "Dalla settimana prossima arriveranno più Pfizer", spiega Lombardo.

Le consegne di BioNtech, che invia i vaccini direttamente alle strutture ospedaliere, hanno cadenza settimanale; più ‘ballerine’ quelle degli altri, che partono tutti da Pratica di Mare. "La nostra organizzazione è molto flessibile, ci consente di adeguarci rapidamente alle esigenze del momento". Covid, del resto, è stato una palestra di flessibilità anche per un’azienda molto grande come è Asst Spedali Civili, che conta 8mila dipendenti, 1200 posti letto. Nella seconda ondata si è riusciti a mantenere buona parte delle prestazioni sanitarie. "Nessuno era pronto, né in Italia né all’estero. Solo Israele lo era, ma lì da 10 anni si esercitano per prevenire gli effetti di una eventuale guerra epidemiologica".