FEDERICA PACELLA
Cronaca

Covid: gli Spedali Civili provano a "spegnere" due focolai

Quello in Traumatologia è peggiorato, il secondo sarebbe nelle Chirurgie

La terza protesta dei sanitari

La terza protesta dei sanitari

Brescia, 6 dicembre 2020 - Tamponi giornalieri al personale medico, blocco di nuovi ingressi e spostamento progressivo dei pazienti positivi. Così si sta affrontando il focolaio, emerso già la scorsa settimana, nel reparto di Traumatologia degli Spedali Civili, dove alcuni pazienti si erano positivizzati dopo il ricovero. Rispetto alla decina di casi della scorsa settimana, i continui tamponi avrebbero evidenziato la presenza di una ventina di positivi anche tra medici e infermieri; alcuni pazienti sarebbero stati spostati inizialmente in scala 14 (la stessa che si sta cercando di riversare in Scala 4.0), per poter sanificare il reparto, bloccando nuovi ingressi. Lo stesso protocollo sarebbe scattato anche in Scala 7 (seconda e terza chirurgia) dove nel pomeriggio di venerdì sarebbe stato rilevato un nuovo focolaio, con numeri più contenuti.

Sebbene i ricoveri Covid siano in calo, sono dunque ancora molte le fonti di ‘pressione’ per il personale del Civile. Sul disagio degli operatori, tuttavia, sembra essersi ricomposta la contrapposizione tra i medici di ‘Siamo tutti Ippocrate’ (gruppo spontaneo e indipendente) protagonisti di tre flashmob di protesta in 3 settimane, e la direzione degli Spedali Civili di Brescia. Dopo l’ultimo di venerdì scorso, c’è stato l’incontro con la direzione da cui è uscita una nota congiunta in cui si spiega che il disagio degli operatori derivante da 8 mesi di altissima pressione è pienamente comprensibile e condiviso.

Chiarito che per tutti al centro c’è il paziente e che tutti pagano il prezzo "di pregresse carenze determinate da un generale sottofinanziamento del Ssn", c’è concordia sulla necessità di ripensare l’organizzazione, partendo dall’innovazione, non solo tecnologica, per fornire ai cittadini un servizio universalista di alta qualità ed efficienza.

"A questo deve necessariamente affiancarsi l’impegno per un costante miglioramento della qualità delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari". Da parte sua, il direttore generale Massimo Lombardo ha assicurato che "l’Azienda ha già intrapreso alcuni passi su questa strada". I medici spiegano di rifiutare "l’equivalenza che lega la sanità pubblica allo spreco e affianca inevitabilmente la sanità privata al profitto e all’efficienza". Terreno d’incontro è il nuovo progetto di un ‘ospedale laboratorio’, per proporre nuovi modi di prendersi cura della salute dei cittadini. Ricomposta una frattura, resta però all’orizzonte lo sciopero di mercoledì.