
Mirko Franzoni all'uscita dal Tribunale (Fotolive)
Serle (Brescia), 29 settembre 2018 - Anche per i giudici della corte d’Assise d’Appello di Brescia ha ucciso volontariamente il 26enne albanese che aveva tentato di rubare nell’abitazione di suo fratello. Nessuno sconto di pena per Mirco Franzoni, il 34enne meccanico di Serle che la sera del 14 dicembre del 2013 ha ucciso con un colpo di fucile Eduard Ndoj.
Sulle sue spalle resta la condanna a 9 anni e 4 mesi di reclusione emessa in primo grado dalla corte d’Assise di Brescia che aveva inoltre chiesto, e ottenuto, l’iscrizione nel registro degli indagati di 4 persone per falsa testimonianza. Si tratta del padre e del fratello di Franzoni oltre che di due suoi vicini di casa che avrebbero raccontato il falso per coprire ciò che quella sera era accaduto tra le strette vie di Serle. Anche per i giudici di secondo grado si è trattato di un omicidio volontario, accogliendo la richiesta della Procura generale. «Ci sono tutti gli elementi per confermare che si è trattato di omicidio volontario senza possibilità di derubricazione in omicidio colposo o in un incidente come sostiene la difesa – la tesi del sostituto procuratore generale, Giampaolo Volpe –. Franzoni è uscito armato un’ora e mezza dopo il tentativo di furto. Quando si è trovato faccia a faccia con Ndoj imbracciava il fucile come fa un cacciatore e la vittima se avesse cercato di strappargli via l’arma avrebbe spostato la canna verso l’esterno. Il colpo lo avrebbe colpito in maniera diversa». Anche in appello la difesa del meccanico di Serle ha sostenuto che si sia trattato di un incidente. «Franzoni ha chiamato i carabinieri per farlo arrestare e non può averlo ucciso dopo aver chiesto aiuto – ha sostenuto il suo legale, l’avvocato Gianfranco Abate –. Si può discutere se si è trattato di omicidio colposo o di un incidente, ma non certo di omicidio volontario». Diverse le valutazioni dei giudici che dopo quasi 5 ore di camera di consiglio hanno confermato la condanna a 9 anni e 4 mesi. «Attendiamo le motivazioni – ha commentato l’avvocato Abate, mentre Franzoni come sempre ha preferito non parlare –. Poi vedremo cosa fare».