Brescia: faceva la bella vita, ma frodava il Fisco. Sequestrati villa e hotel a un imprenditore

All’uomo di affari, con interessi anche nella Bergamasca, contestata una sproporzione fra le spese di tutti i giorni e le dichiarazioni dei redditi

Brescia, villa confiscata all'imprenditore dalla Guardia di Finanza

Brescia, villa confiscata all'imprenditore dalla Guardia di Finanza

Brescia, 2 marzo 2024 – Faceva la bella vita, senza neanche preoccuparsi di nasconderlo troppo, eppure le sue dichiarazioni dei redditi rivelavano possibilità di spesa non certo da nababbo. Al centro della vicenda è un imprenditore albanese, con interessi nel Bresciano ma anche in provincia di Bergamo. Si tratta di Gezim Sallaku, 53 anni, ex presidente del Darfo Boario in serie D, più volte finito al centro delle cronache per accuse legate a ipotesi di reato fiscali.  

Gli accertamenti

Le analisi e i controlli incrociati operati dalla Guardia di finanza hanno rivelato questa discrepanza. Da qui è scattata un'indagine che ha portato a un articolato provvedimento firmato dai giudici del tribunale di Brescia, eseguito in queste ore dai militari del nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme Gialle.

All’imprenditore viene notificata l'applicazione di una misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per 5 anni con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, nonché la contestuale misura di prevenzione patrimoniale della confisca di beni mobili, immobili, quote societarie e compendi aziendali per un valore complessivo di oltre 4,5 milioni di euro.

I beni sequestrati

In particolare, la confisca di prevenzione è stata disposta successivamente alle indagini che hanno fatto emergere una notevole sproporzione tra il tenore di vita dell'uomo (e di tutto il suo nucleo familiare) e i redditi dichiarati al Fisco.

Tra i beni finiti “sotto chiave” ci sono una villa di notevole pregio, alberghi di lusso, aziende edili e società immobiliari.

Chi è l’indagato

Gezim Sallaku è l’ex patron del Darfo Boario, squadra di serie D che l’imprenditore cercò di portare nelle categorie superiori, sfruttando un’ampia disponibilità di spesa. All’epoca delle sue fortune era solito raccontare di essere arrivato dall’Albania con il barcone e, passo dopo passo, di essere riuscito a costruire con il sudore della fronte un piccolo impero in vari settori. 

Nel febbraio del 2021 era stato addirittura espulso, perché considerato “socialmente pericoloso”. Successivamente era rientrato in Italia, dopo aver vinto un ricorso in Corte d’Appello contro un verdetto che gli negava la possibilità di avere un permesso di soggiorno per curare il figlio. Nel 2022 nei suoi confronti era scattato un precedente sequestro di beni, per un importo vicino ai 6 milioni di euro.