
Giacomo Bozzoli e i misteri degli 11 giorni di latitanza: i complici, la lettera, la Maserati sparita e le auto a noleggio
Giacomo Bozzoli, dopo 11 giorni di latitanza, è stato catturato dai carabinieri nella sua villa di Soiano del Garda, sul lago di Garda, in provincia di Brescia: era nascosto nel cassettone del letto, con 50 mila euro in un borsello e si è fatto crescere barba e baffi. Il primo luglio era stato condannato in via definitiva all'ergastolo dalla Corte di Cassazione per l'omicidio dello zio, Mario, gettato nella fonderia di famiglia a Mercheno la sera dell’8 ottobre del 2015.
Dopo la sentenza Bozzoli era risultato irreperibile e si è scoperto che il 24 giugno era scappato in Spagna con la compagna, Antonella Colossi, e il figlio di otto anni (che nel frattempo ne ha compiuto nove) a bordo della sua Maserati. Venerdì pomeriggio si è scoperto che sua cattura è stata possibile grazie a un'intercettazione, confermata da una telecamera.
Ma le domande sono tante. Come ha fatto un uomo già condannato all'ergastolo in appello e in attesa di conferma a fuggire senza che nessuno se ne accorgesse? Come è riuscito a sfuggire per oltre dieci giorni a un mandato di cattura internazionale? E come ha fatto a tornare in Italia? Aveva complici? Da quanto tempo era nella sua villa? E dov'è finita ora la Maserati?